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Continuano i grattacapi per l'arcivescovo di Burgos: le ex suore di Belorado sono ancora lì

Continuano i grattacapi per l'arcivescovo di Burgos: le ex suore di Belorado sono ancora lì

Mons. Mario Iceta, arcivescovado di Burgos e Commissario pontificio in Spagna, ribadisce – in comunicato diffuso a tarda ora ieri sera a firma della Commissione di Gestione dei Monasteri di Belorado, Orduña e Derio – che le ex Clarisse di Belorado «non hanno alcun titolo legale per risiedere nel Monastero» e che sta cercando di eseguirne lo sfratto dai locali, anche se non ha ancora avviato alcun procedimento giudiziario contro di esse.

Si tratta di 10 religiose che, capeggiate dalla ex badessa Laura García de Viedma (suor Isabel era il suo nome da religiosa) che hanno ripudiato la Chiesa firmando l’8 maggio scorso un documento di 70 pagine noto come "Manifesto cattolico", in cui si dichiara la rottura con la Santa Sede, negando le riforme del Concilio Vaticano II e l'autorità di qualsiasi Papa dopo Pio XII.  A fine giugno sono state scomunicate dall’arcivescovo Iceta (v. qui, qui e qui.

«Visto quanto pubblicato da alcuni media», che ieri parlavano dell’avvio dello sfratto delle ex religiose e che a quanto pare si sarebbero attualmente barricate nella struttura, «la Commissione di Gestione dei Monasteri di Belorado, Orduña e Derio vuole fare alcune precisazioni», si afferma in apertura del comunicato, che subito dopo afferma di non aver «avviato in nessun caso giudiziario la procedura di sfratto delle ex religiose del Monastero di Belorado» e che «i servizi legali stanno studiando tutti gli scenari possibili». In questa direzione, «è stato richiesto un rapporto di vulnerabilità al Dipartimento di Assistenza Sociale e Uguaglianza del Consiglio Provinciale di Burgos per cercare di tracciare un quadro della situazione attuale di tutte le persone che risiedono all'interno del Monastero di Belorado: sia le ex religiose che sono state scomunicate come le cinque sorelle anziane».

«Poiché le dieci ex religiose si sono separate liberamente e volontariamente dalla comunione della Chiesa, tale decisione comporta ipso facto l'espulsione dallo stato di vita consacrata. Essi hanno quindi cessato di far parte della comunità religiosa e di conseguenza non hanno titolo legale per risiedere nel Monastero. In questo senso, se non lo abbandonano volontariamente, procederanno come previsto dalla legge.

Per il Comitato di Gestione la situazione delle cinque suore più anziane è particolarmente preoccupante e sarà garantito il modo per continuare ad offrire loro le cure di cui hanno bisogno. Le cinque sorelle maggiori non hanno mai espresso la volontà di unirsi allo scisma».

Poiché il Commissario Pontificio, in quanto Rappresentante Legale dei Monasteri, ha il diritto-dovere di visitare le cinque suore e di accedervi liberamente, «il 3 luglio 2024 – precisa il comunicato – la guardia del monastero ha facilitato l'accesso al rappresentante del Commissario Pontificio, munito della procura che riconosce tale nomina da parte della Santa Sede. Entrare in un immobile, per chi lo gestisce, è un diritto e una responsabilità» (le ex clarisse hanno sempre impedito l’accesso a mons. Iceta e ai suoi rappresentanti).

«A questo proposito – aggiunge il comunicato ­ – nel Monastero di Derio è stata modificata un'unica serratura, senza agire sugli altri accessi, per avere diritto al libero accesso. Dopo questo atto, le ex suore sono nuovamente entrate nella proprietà attraverso un'altra porta e hanno bloccato, dall'interno, l'ingresso al Monastero. In questo modo impediscono anche alle guardie di accedere al loro posto di lavoro e si sono già rivolti alle autorità competenti per difendere il loro diritto al lavoro».

La Commissione di Gestione precisa anche di essere «a conoscenza che nel Monastero di Derio è stato agevolato l'accesso alle persone conosciute dalle ex religiose affinché possano permanere all'interno. Allo stesso modo, sappiamo che si tratta di un'area videosorvegliata da telecamere, le cui riprese vengono ricevute direttamente da Laura García de Viedma (ex badessa)».

Un’ultima precisazione riguarda la situazione economica del monastero, della quale la Commissione di Gestione si è fatta carico fin dall'inizio della sua azione: «l'ex badessa non ha mai fornito le informazioni finanziarie che le erano state richieste, in almeno cinque occasioni. Stiamo ancora aspettando questa documentazione. Ha inviato soltanto fatture e buste paga in attesa di pagamento, che il Comitato di Gestione studia attentamente e lavora nel quadro della legislazione vigente».

**Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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