
Israele frena gli aiuti medico-umanitari a Gaza e in Cisgiordania: un report di Medici del Mondo
Nell’anniversario della strage terrorista di Hamas del 7 ottobre 2023, Medici Del Mondo – organizzazione medico-umanitaria nata nel 1980 per difendere un sistema sanitario equo e universale con centinaia di progetti in tutto il mondo – ha pubblicato il rapporto “Israeli Obstructions and Attacks on Humanitarian Workers: Médecins du Monde's Year in the Occupied Palestinian Territory", che intende fare luce sugli ostacoli e sulle aggressioni che gli operatori sanitari hanno dovuto fronteggiare nell’ultimo anno di attività nella Striscia di Gaza e nei Territori palestinesi occupati. «Un resoconto dettagliato – spiega Medici del Mondo Italia in una nota odierna – degli eventi e dei dati relativi al periodo compreso tra ottobre 2023 e settembre 2024» che spiega come l’assistenza sanitaria alle popolazioni colpite dalla guerra e dalle violenze sia costantemente ostacolata da Israele.
Il personale medico dell’organizzazione vive le stesse condizioni di precarietà delle popolazioni assistite: «Loro stessi sono sfollati, privi di protezione, cibo, vestiti adeguati e vulnerabili a bombardamenti, malattie e condizioni climatiche avverse». In generale, da quando è iniziata la rappresaglia israeliana su Gaza, «sono morti circa 300 operatori umanitari. Nell'ultimo anno a Gaza sono stati uccisi più colleghi umanitari che in qualsiasi altro anno di conflitto in tutto il mondo». Anche Medici del Mondo ha pianto la scomparsa di un suo operatore, «quando l’ufficio a Gaza City è stato bombardato dall'esercito israeliano il 5 novembre 2023».
Il rapporto sottolinea anche la difficoltà di organizzare l’assistenza in un contesto di continua mobilità, con medici e personale sanitario spesso costretti alla fuga da ordini di evacuazione e minacce di bombardamento. Difficoltà legate anche alla carenza di farmaci e materiali sanitari: «Nell'ultimo anno – spiega l’organizzazione – solo quattro camion contenenti gli aiuti di Medici del Mondo hanno potuto entrare nella Striscia di Gaza. Le spedizioni sono state bloccate per uno o due mesi prima di poter entrare nell'enclave. Medici del Mondo ha dovuto attendere undici mesi prima che le autorità israeliane aprissero un corridoio umanitario dalla Cisgiordania, un territorio a meno di 50 chilometri di distanza, dove sono disponibili la maggior parte delle forniture necessarie per la risposta all'emergenza medica a Gaza».
La situazione non è più semplice nella Cisgiordania occupata, dopo l’esercito israeliano impone restrizioni sempre più gravi alla mobilità di operatori e mezzi di trasporto, limitando l'accesso umanitario e di materiale sanitario. A rendere ancora più precaria la situazione «il forte aumento degli attacchi dei coloni e l'escalation dei raid militari israeliani contro le comunità palestinesi», tanto che «le comunità che hanno più bisogno di aiuti umanitari sono le più pericolose e difficili da raggiungere».
Secondo il presidente di Medici del Mondo Jean-François Corty, «la maggior parte degli eventi riportati in questo report potrebbero configurarsi come violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale. Israele, in quanto potenza occupante, ha il dovere di assicurare un'adeguata fornitura di cibo, forniture mediche, ripari e altre risorse essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile nel territorio occupato. Non solo le autorità israeliane stanno venendo meno a questo obbligo, ma stanno anche ostacolando il lavoro salvavita degli attori umanitari impegnati a provvedere alla sopravvivenza e ai bisogni essenziali della popolazione civile palestinese».
Scarica e leggi il report in lingua inglese
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