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Fiera di Verona EOS 2025: «Nessuna ambiguità» su armi e propaganda

Fiera di Verona EOS 2025: «Nessuna ambiguità» su armi e propaganda

Anche quest’anno, in vista della fiera EOS 2025 (European Outdoor Show) che si terrà a Verona a febbraio – dedicata a caccia, pesca, tiro sportivo, nautica, sport all’aria aperta – Osservatorio OPAL, Movimento Nonviolento e Rete italiana Pace e Disarmo scendono in campo per chiedere agli organizzatori di evitare «qualsiasi ambiguità», escludendo dalla manifestazione «le aziende di Stati condannati dall’Onu» e precludendone l’accesso ai minorenni.

Nella nota odierna, le organizzazioni per la pace e il disarmo ricordano di aver seguito da vicino, sin dagli esordi, questa manifestazione fieristica (v. articoli su Adista online), ma anche «simili fiere tenutesi in precedenza a Vicenza e Brescia dove venivano esposte armi da fuoco di tipo comune, cioè acquistabili dai cittadini italiani previo ottenimento di licenza» (v. articoli su Adista online).

Dopo numerosi appelli e interlocuzioni con l’Amministrazione Comunale di Verona e VeronaFiere, le organizzazioni hanno ottenuto dagli organizzatori di EOS l’esclusione dalla manifestazione del settore “difesa personale”, grazie alla stesura, l’anno scorso, di un Codice Etico «che, per quanto riguarda le armi e componenti, delimita chiaramente i settori di riferimento alla “caccia e al tiro sportivo, alle armi da collezione, alle armi antiche e per il softair”».

Nonostante questo successo, ammettono comunque i tre firmatari della nota, «tra le armi esposte ad EOS figurano tuttora anche armi che possono essere utilizzate per la difesa personale e abitativa: è un problema che, però, va ricondotto alla normativa nazionale secondo la quale gran parte delle armi semiautomatiche, in particolare le pistole, in quanto “armi comuni da sparo”, possono essere regolarmente detenute da cittadini in possesso di licenza sia per la difesa personale sia per praticare il tiro sportivo».

Dopo EOS 2024 l’interlocuzione con l’amministrazione comunale e con i promotori della fiera è proseguita con l'obiettivo di portare a casa un altro importante traguardo, e cioè «che il “Regolamento Generale degli Espositori” di EOS escluda tutte le aziende produttrici di armi di Stati che sono sottoposti a misure di embargo di armi da parte delle Nazioni Unite o che sono ritenuti responsabili da parte di organismi delle Nazioni Unite di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, come avviene per Israele in questo specifico momento storico (fonte originale qui)». Una richiesta che, in vista della nuova edizione di EOS, si fa sempre più pressante perché, spiegano le organizzazioni, «abbiamo invece notato, con stupore e forte rammarico, che nell’edizione che sta per aprirsi risultano presenti i prodotti di due aziende israeliane: la Bul Armory (armi da fuoco di alta qualità) e la Maglula (caricatori rapidi e veloci)».

Da sottolineare anche un altro importante obiettivo conseguito dalle organizzazioni della società civile: «Che il salone EOS non si prestasse ad ospitare eventi culturali e di tipo politico riguardo alle normative sulla legittima difesa o rivolte ad incentivare, in modo diretto e indiretto, la diffusione delle armi in Italia ai fini della difesa personale o abitativa. Una decisione, fatta propria dagli organizzatori di EOS, quanto mai rilevante considerato che nelle manifestazioni fieristiche dedicate alle armi che l’hanno preceduta, in particolare HIT Show di Vicenza e ancora prima EXA di Brescia, il settore della difesa personale e il tema della “legittima difesa” avevano invece sempre trovato ampio spazio e pubblicizzazione».

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