
Gaza: appello al governo italiano di Caritas, Sant'Egidio e Chiese evangeliche per ampliare le evacuazioni mediche
ROMA-ADISTA. La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), insieme ad Arci, Caritas, Federazione nazionale degli ordini dei medici, Medici senza frontiere e Comunità di Sant’Egidio, ha inviato una lettera ai ministri Antonio Tajani e Matteo Piantedosi chiedendo un rafforzamento urgente del programma italiano di evacuazioni mediche dalla Striscia di Gaza.
Nella missiva si sottolinea la catastrofe umanitaria in corso, con circa 14 mila persone in attesa di cure salvavita. «Circa la metà di loro presenta lesioni traumatiche che non possono essere trattate in loco; le altre sono affette da patologie croniche complesse, come tumori e malattie cardiovascolari, che richiedono interventi specialistici immediati», scrivono i firmatari.
Le evacuazioni, prosegue la lettera, «sono ancora largamente insufficienti rispetto ai bisogni. Il collasso delle strutture sanitarie di Gaza e le drammatiche condizioni di migliaia di pazienti in pericolo di vita, senza accesso adeguato a cibo, acqua e farmaci, impongono un’azione immediata e su scala molto più ampia».
Nel testo inoltre si sottolineano le tante occasioni in cui «l’Italia ha saputo costruire iniziative di solidarietà attraverso la collaborazione tra istituzioni nazionali, enti locali, associazioni del terzo settore e privati cittadini: l’accoglienza dei profughi dai Balcani negli anni ’90 del secolo scorso e, più recentemente, il supporto a chi è fuggito dall’Ucraina e l’esperienza dei corridoi umanitari da Libano, Etiopia, Afghanistan e Libia».
I firmatari sollecitano infine il governo a convocare a inizio settembre un tavolo di confronto dedicato e a intensificare gli sforzi diplomatici per il cessate il fuoco permanente.
«La situazione a Gaza è ormai catastrofica - si legge nella lettera -. La popolazione vive sotto attacco ed è stretta nella morsa della fame. Il sistema sanitario è devastato e non riesce a far fronte ai bisogni immensi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 14 mila persone devono essere urgentemente evacuate dalla Striscia di Gaza per ricevere cure mediche salvavita. Circa la metà di loro presenta lesioni traumatiche che non possono essere trattate in loco; le altre sono affette da patologie croniche complesse, come tumori e malattie cardiovascolari, che richiedono interventi specialistici immediati.
Un anno fa, il Meccanismo di Protezione Civile dell’UE ha attivato un programma di evacuazioni mediche verso l’Europa, a cui l’Italia ha dato un contributo importante. Grazie al lavoro congiunto di vari attori istituzionali e al supporto di dieci strutture ospedaliere altamente specializzate, il nostro paese ha accolto 181 pazienti, accompagnati da 396 familiari. L’Italia si conferma così il quarto Paese al mondo – e il primo fra quelli occidentali – per numero di pazienti accolti da Gaza.
Ma le evacuazioni sono ancora largamente insufficienti rispetto ai bisogni. Il collasso delle strutture sanitarie di Gaza e le drammatiche condizioni di migliaia di pazienti in pericolo di vita, senza accesso adeguato a cibo, acqua e farmaci, impongono un’azione immediata e su scala molto più ampia. Le terribili immagini e testimonianze che arrivano in questi giorni da Gaza hanno suscitato una profonda indignazione e una crescente mobilitazione popolare, che deve essere canalizzata in azioni concrete. In tante occasioni nel passato, l’Italia ha saputo costruire iniziative di solidarietà attraverso la collaborazione tra istituzioni nazionali, enti locali, associazioni del terzo settore e privati cittadini: l’accoglienza dei profughi dai Balcani negli anni ’90 del secolo scorso e, più recentemente, il supporto a chi è fuggito dall’Ucraina e l’esperienza dei corridoi umanitari da Libano, Etiopia, Afghanistan e Libia.
Con questo stesso spirito e senso di urgenza, ribadendo con forza il nostro appello perché il governo faccia tutto il possibile per arrivare quanto prima a un cessate il fuoco permanente e all’ingresso degli aiuti nella Striscia, vi scriviamo per mettere a disposizione le risorse e l’esperienza delle nostre organizzazioni per rafforzare il programma italiano di evacuazioni mediche da Gaza. Attraverso l’espansione della rete socio-sanitaria e la collaborazione pubblico-privato per creare nuovi posti in accoglienza potremo incrementare in modo sostanziale il numero di pazienti evacuati. Per fare – tutti insieme - la cosa più importante in questo momento così buio: salvare quante più vite umane sia possibile.
Nel corso di queste ultime settimane, abbiamo avviato alcune interlocuzioni con gli uffici preposti dei vostri Ministeri, per sondare l’interesse e la praticabilità di questa nostra iniziativa.
Auspichiamo un vostro diretto interessamento affinché venga convocato, a inizio settembre, un tavolo di confronto in cui discutere in termini più concreti la proposta».
Foto di hosny salah da Pixabay
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