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Giornata del Servizio Civile, da 50 anni alternativa credibile alla retorica bellicista

Giornata del Servizio Civile, da 50 anni alternativa credibile alla retorica bellicista

Il 15 dicembre scorso, in occasione della Giornata Nazionale del Servizio Civile 2025 – istituita in ricordo della prima legge italiana sull'obiezione di coscienza (15 dicembre 1972), passaggio storico che sancì definitivamente il diritto all’obiezione, aprendo la strada alla nascita di un servizio civile alternativo alla leva obbligatoria, fondato sui valori della pace, del disarmo, della solidarietà e della responsabilità sociale –, la Campagna “Quanto vale il futuro?” – promossa da Rappresentanza nazionale degli operatori volontari, CNESC-Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile, CSEV-Coordinamento Spontaneo Enti e Volontari di Servizio Civile del Veneto, CSVnet-associazione Centri di Servizio per il Volontariato e Forum Nazionale del Servizio Civile, insieme a centinaia di associazioni aderenti – ha diffuso una nota che rilancia il valore dell'esperienza e contiene alcune proposte alle istituzioni italiane per «un Servizio Civile davvero universale».

Nella nota, gli oltre 230 enti promotori della Campagna hanno ribadito «il valore fondamentale del Servizio Civile, nato dall’obiezione di coscienza al servizio militare, nella costruzione della pace attraverso interventi di trasformazione nonviolenta dei conflitti e nella crescita personale e civica delle nuove generazioni attraverso il loro coinvolgimento in attività di servizio finalizzate all’inclusione, alla coesione sociale e alla difesa dei beni comuni». Un valore inestimabile, soprattutto «in questi tempi in cui l’unica risposta alla complessità del contesto nazionale e internazionale sembra essere la contrazione dei diritti umani, la repressione, la violenza, il riarmo, la militarizzazione della società e, in ultima inevitabile istanza, la guerra».

Tempi nei quali, dopo decenni di conquiste, anche i governi occidentali sembrano voler compiere un balzo indietro nella storia, riproponendo insistentemente l’idea dell’inevitabilità della guerra e l’esigenza di rispolverare la leva obbligatoria.

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