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MONS. PLOTTI: LA CHIESA SBAGLIA, ABBRACCIARE GLI "ATEI DEVOTI" RIDUCE LA FEDE A POTERE

Tratto da: Adista Notizie n° 9 del 02/02/2008

34255. TORINO-ADISTA. La Chiesa sta commettendo un grave errore: accettando di farsi sostenere dai teocon e dagli ‘atei devoti’ alla Giuliano Ferrara, che in realtà difendono solo se stessi e le proprie posizioni, rischia di svendere e di ridurre la fede a strumento di potere. Lo sostiene mons. Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa, in un’ampia intervista pubblicata sulla Stampa il 24 gennaio, lo stesso giorno in cui si chiude il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana.

"Il grosso pericolo e l’errore – dice Plotti – è che la Chiesa si faccia dettare l’agenda dagli atei devoti e dai teocon. Tanto più che sulla cattolicità di queste persone si può sicuramente avere più di qualche dubbio. Guai se la Chiesa deve farsi difendere da loro. È un momento difficile. Dobbiamo stare attenti che la fede non diventi instrumentum regni per chi invece di servire la Chiesa, se ne serve in logiche di potere". Si tratta di "opportunisti che approfittano delle situazioni di crisi per consolidare questa difesa della Chiesa che poi è molto superficiale e molto formale. E che poi, in realtà, è una difesa di loro stessi".

I movimenti ecclesiali sono l’altro bersaglio delle critiche di Plotti: "Hanno questa mania degli striscioni e delle bandiere", dice . "Ovunque vadano non sono capaci di stare normalmente in mezzo alla gente. Li abbiamo visti ai raduni di Loreto, al Family Day, alle udienze papali del mercoledì. Purtroppo le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno questa mania di presenzialismo e di visibilità, e così si diventa più papalini del papa", rischiando peraltro di produrre l’effetto contrario a quello che vorrebbero ottenere: cioè la rinascita di "umori anticlericali". Secondo il vescovo di Pisa, invece, "bisogna stare attenti a non esasperare le divisioni e a non alzare troppi steccati. Occorre piuttosto cercare di trovare punti di approccio, di riferimento e di dialogo. Sul territorio, nelle parrocchie, nelle attività pastorali ordinarie, questo clima di collaborazione esiste. Per tradizione la Chiesa italiana ha sempre saputo dialogare anche in contesti radicalmente laici e con i ‘mangiapreti’. È una lezione da non perdere, anzi da recuperare, altrimenti tutto diventa interpretazione politica". Una lezione che dovrebbe rispolverare lo stesso presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco: "Bagnasco ha puntato su temi caldi come l’aborto e la famiglia – aggiunge Plotti –, ha tracciato una linea netta. Ma non è che se cade il governo i problemi dell’Italia si risolvono, anzi le emergenze sociali si accentuano".

"Se non stiamo attenti – conclude l’ex vicepresidente della Cei – la Chiesa rischia di essere tirata dentro in una guerra per bande e non c’è mai un momento in cui si possa fare una verifica seria e anche spietata su certi orientamenti. Ci risiamo sempre sui soliti problemi che poi di fatto sono insolubili, perché la difesa della famiglia è sacrosanta, però sappiamo perfettamente che poi verranno fuori altre forme di unioni. La moratoria per l’aborto (lanciata da Ferrara, ndr), per esempio, è un’altra invenzione estemporanea. Ma perché, si è mai sentito un cattolico difendere l’aborto?".

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