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EUROPEE 2009: NON SFONDA IL PDL, TRADITO DA ASTENSIONISTI E CATTOLICI

Tratto da: Adista Notizie n° 67 del 20/06/2009

35059. ROMA-ADISTA. Più che i dati usciti effettivamente dalle urne è stato il confronto fra questi e le aspettative della vigilia ad ispirare la maggior parte dei commenti seguiti alle Elezioni europee ed amministrative svoltesi il 6 e 7 giugno.

D’altra parte la responsabilità di ciò ricade almeno in parte su Silvio Berlusconi, il quale avendo posto assai in alto l’asticella per il suo partito - preconizzando un risultato tra il 40% e il 45% - ha fatto apparire come un mezzo fallimento il 35% ottenuto dal Pdl che, sommato al successo della Lega (10%), garantisce comunque al suo governo una buona tenuta ad una anno dall’insediamento e nel bel mezzo di una crisi economica di enorme portata, soprattutto se si tiene conto della netta affermazione del centrodestra a livello amministrativo.

Stessa analisi alla luce delle aspettative della vigilia per il Pd, che nonostante perda 4 milioni di voti (2 milioni dei quali finiti nell’astensionismo e altri 2 andati all’Italia dei Valori e ai partiti di sinistra) può consolarsi con il superamento della fatidica soglia del 25%, al di sotto della quale sarebbe stata compromessa la stessa sopravvivenza del partito (la cui vocazione maggioritaria - in nome della quale era nato - pare comunque definitivamente seppellita). Ottimo invece il risultato della lista di Antonio Di Pietro, che raddoppia i voti rispetto alle politiche del 2008. In ripresa anche le liste della sinistra, che però pagano la loro divisione e non riescono a superare lo sbarramento del 4% nonostante i 2 milioni di voti raccolti complessivamente. Sostanzialmente stabile l’Udc di Pierferdinado Casini con il 6,5%.

A livello europeo il voto segna l’avanzata dei partiti aderenti al gruppo Popolare e la grande affermazione delle destre xenofobe ed euroscettiche in molti Paesi dell’Unione. In profonda crisi invece i partiti socialisti, il cui crollo non è compensato né dalla tenuta delle sinistre aderenti al Gue/Ngl né dal buon risultato dei Verdi (che in Francia, con la lista Europe Ecologie, raggiungono il risultato record del 16,3% ).

Non ha nascosto la propria soddisfazione per i mutati rapporti di forza in Europa il quotidiano dei vescovi Avvenire, che in un editoriale del 9 giugno firmato da Marco Tarquinio ha così commentato il tracollo socialista e la virata a destra dell’Unione: “Un segnale – o, meglio, un insieme di segnali – nella direzione di una nuova stagione politica oggettivamente complicata eppure potenzialmente caratterizzata, sul piano delle iniziative europarlamentari, da un migliore equilibrio e da una minore propensione a sollecitare in modo eccentrico e persino avventuroso la realtà e la sensibilità dei popoli dell’Unione”.

Sull’Italia Tarquinio si limita ad osservare che “un anno di legislatura in condizioni difficili e una campagna elettorale segnata da incresciose polemiche gossip-velinare - come Avvenire definisce l’emergere di uno “stile di vita” del Presidente del Consiglio ben lontano dalla “sobrietà” e la coerenza più volte raccomandate dai vescovi ai politici cattolici - hanno cambiato soltanto gli equilibri interni agli schieramenti”.

Proprio tali polemiche sarebbero del resto alla base di un brusco calo di consensi verso il Pdl da parte del mondo cattolico. I sondaggisti calcolano che in meno di un mese il Popolo della Libertà avrebbe perso circa il 20% di propri elettori catalogati come “cattolici praticanti”. “Evidentemente più dei respingimenti alle frontiere dei clandestini sono stati divorzio e vicenda Noemi a raffreddare gli entusiasmi dei cattolici”, ha spiegato Piergiorgio Corbetta dell’Istituto Cattaneo.

Prima del voto il presidente del Consiglio aveva ostentato una certa tranquillità sulla tenuta della sua immagine. Dopo la pubblicazione delle fotografie di Villa Certosa sul quotidiano spagnolo El País, aveva dichiarato: “Se c’è un governo che è vicino ai cattolici è il nostro governo. Tanto che un alto esponente del Vaticano ha definito i rapporti tra governo e Santa Sede i migliori rapporti possibili, anche rispetto ai precedenti governi”.

Ma, come si è detto, i risultati usciti dalle urne hanno fortemente deluso le aspettative di Berlusconi. Rispetto alle politiche del 2008, ha calcolato l’istituto di ricerche d’opinione Swg, il Pdl ha perso circa 2 milioni di elettori, la gran parte dei quali rifugiatisi nell’astensione. Il travaso di voti nei confronti della Lega, attesta lo studio dei flussi, è stato assai contenuto (circa 100.000 al netto di quelli che hanno fatto il cammino inverso, dalla Lega al Pdl), mentre irrilevante è stata la quota di coloro che dal partito di Berlusconi sono passati all’Udc e ai partiti del centrosinistra. Dunque il Pdl ha pagato in primo luogo una forte astensione da parte del proprio elettorato, alimentata anche dalla defezione del voto cattolico. Che una parte di cattolici praticanti abbia voltato le spalle al Cavaliere dopo i recenti scandali “mi pare verosimile”, ha commentato Giovanni Reale, docente presso la facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano. “Anche i greci valutavano i filosofi dalla coerenza tra ciò che dicevano e come vivevano. E un cattolico, quando è veramente cattolico, vorrebbe che chi regge la cosa pubblica avesse uno spessore etico adeguato, un consistenza morale. Se, a torto o a ragione, viene incrinata l’immagine di colui che in un certo senso è un’icona, è inevitabile che ci sia un prezzo da pagare”. (emilio carnevali)

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