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OPZIONE PER LA TERRA. SUL CLIMA LE RELIGIONI FANNO FRONTE COMUNE

Tratto da: Adista Documenti n° 127 del 12/12/2009

DOC-2221. ROMA-ADISTA. Si richiameranno pure a Cieli diversi, ma le tradizioni religiose del mondo sanno bene che la Terra è una sola. Così, mentre alla vigilia del Vertice di Copenhagen sul cambiamento climatico, in programma dal 7 al 18 dicembre, le aspettative riguardo a un accordo serio e vincolante sul taglio delle emissioni di anidride carbonica restano piuttosto basse, un motivo di speranza, o di consolazione, viene dall’impegno crescente delle religioni del mondo nella lotta in difesa del pianeta. È quanto emerso, per esempio, da un incontro che, dal 2 al 4 novembre scorso, ha riunito nel castello di Windsor i leader delle diverse denominazioni cristiane, dell’islam, dell’ebraismo, del buddhismo, dell’induismo, del taoismo e di altre tradizioni religiose, invitati dal principe Filippo di Edimburgo, presidente della Alliance of Religions and Conservation (Arc) e dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Un incontro che ha prodotto una serie di impegni, The Windsor Commitments, con cui i rappresentanti di tutte le religioni si assumono il compito di educare i propri fedeli a prendersi cura della natura, proteggendola per il bene delle future generazioni: se è vero che, ha fatto notare Olaf Kjorven, assistente del segretario generale dell’Onu, l’85% della popolazione mondiale professa una religione, tale iniziativa potrebbe realmente diventare la maggiore mobilitazione mondiale in difesa del pianeta.

In casa cristiana, in particolare, la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) hanno spedito lo scorso 6 novembre una lettera congiunta ai fedeli delle Chiese cristiane di tutta Europa, invitandoli a modificare i propri stili di vita. Tra le iniziative previste per il Vertice sul cambiamento climatico, la più singolare è probabilmente la campagna dei “350 rintocchi di campana” lanciata dalle Chiese danesi: a Copenaghen, alle ore 15 del 13 dicembre, suoneranno 350 rintocchi dalle campane di tutte le chiese, a cui faranno eco quelle di tutto il mondo. “Abbiamo previsto - si legge nella lettera firmata dai segretari generali della Kek, Colin Williams, e del Ccee, p. Duarte da Cunha - una catena di rintocchi e preghiere che si estendano su un lungo fuso orario a partire dalle Isole Fiji, nel Sud Pacifico, che è la prima regione in cui sorge il sole, dove gli effetti negativi del cambiamento climatico si fanno già sentire, fino all’Europa settentrionale, passando per tutto il mondo”.

Del cambiamento climatico, e delle conseguenze devastanti che questo sta già producendo in alcune aree del pianeta, si è parlato anche a Chiang Mai, in Thailandia, dove, dal 2 al 6 novembre scorso, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), la Conferenza cristiana dell'Asia e la Conferenza delle Chiese del Pacifico hanno convocato una Consultazione ecumenica su “Povertà, benessere ed ecologia in Asia e nel Pacifico”. Inserita nell'ambito del processo del Cec, denominato Agape (Alternativa globale, ambiente, pace, economia), la consultazione si è conclusa con l’approvazione della “Dichiarazione di Chiang Mai”, la quale, sottolineando lo stretto legame esistente tra crisi ecologica e ingiustizia economica, invita a “un radicale rinnovamento spirituale” fondato “sull'imperativo biblico dell'opzione preferenziale di Dio per i più piccoli (giustizia) e per la sacralità della creazione (sostenibilità)”. Di seguito, il testo della lettera congiunta della Kek e del Ccee e, in una nostra traduzione dall’inglese, quello della Dichiarazione di Chiang Mai. (claudia fanti)

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