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VENEZIA: «PRETESTUOSA» L’OPPOSIZIONE AL PROGETTO SCOLASTICO CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE

Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 16/11/2013

37379. VENEZIA-ADISTA. Che ci sia un legame, e anche piuttosto stretto, tra gli stereotipi di genere e la condizione di subalternità sociale, economica e politica che vivono le donne è un dato acquisito che dovrebbe condurre a considerare un’urgenza non più prorogabile la loro decostruzione, tanto più in un Paese come il nostro che nella classifica sul divario di genere, stilata ogni anno dal World Economic Forum, ci vede attestati all’80° posto.

Eppure non la pensa così l’Associazione Famiglie Numerose (che aderisce al Forum delle Associazioni Familiari) cui non è andato giù il corso per insegnanti volto alla promozione di un’educazione oltre gli stereotipi di genere, realizzato nella Provincia di Venezia a partire dal 2011.

Marco Dal Prà, coordinatore dell’associazione per la provincia in questione, ha infatti preso carta e penna e ha scritto a Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia, esprimendo «fortissima preoccupazione, nonché sorpresa» per l’avvio dell’iniziativa. «Nel programma – scrive Dal Prà – si legge che trattasi di un percorso formativo “finalizzato alla promozione di un’educazione oltre gli stereotipi di genere” che prevede anche “sperimentazioni nelle classi”. In primo luogo – commenta il coordinatore provinciale – non riesco a comprendere perché questo argomento sia divenuto urgente, quando la scuola sta vivendo problemi ben più impellenti come l'integrazione, la droga, il bullismo e la violenza. In secondo luogo – prosegue – sarebbe opportuno che la Provincia si facesse carico di chiarire cosa intende per stereotipi di genere, visto che dietro questa teoria vi sono aspetti molto dubbi e tutti da dimostrare. Terzo, ma non ultimo in ordine di importanza, trovo che usare i bambini delle scuole della Provincia di Venezia per un esperimento privo dei necessari fondamenti sia irrispettoso verso i genitori, e verso i bambini stessi, visto che di questo esperimento nessuno conosce gli eventuali esiti. A tutto ciò – è ancora l’opinione di Dal Prà – si aggiunge anche la preoccupazione che in Provincia di Venezia la famiglia sia stata declassata a “stereotipo”» come «se il luogo deputato a costruire il futuro della società sia da demolire e da sostituire con qualcos'altro di indefinito le cui funzioni sono nelle mani di ignoti». Dal Prà conclude chiedendo «di rendere pubblico l'elenco dei plessi scolastici che hanno aderito ai corsi ed i relativi insegnanti, e di dare ai genitori la possibilità di declinare dal sopra citato esperimento».

La protesta dell’Associazione Famiglie Numerose ha ricevuto l’avallo della parrocchia San Giovanni Evangelista di Mestre, guidata don Giovanni Frezzato, che sul foglietto distribuito ai fedeli durante la messa del 27 ottobre ha riprodotto per intero la lettera con qualche riga introduttiva dello stesso Dal Prà che dà la sua interpretazione dell’iniziativa della Provincia: un corso «nel quale gli insegnanti saranno formati per esaminare le tendenze dei bambini fin dalle scuole materne e verificare a quale “genere” appartengono (maschio, femmina, gay, ecc)!!!! La chiamano teoria del gender. A me sembra un modo per avviarsi alla distruzione della famiglia, e di conseguenza della società in cui viviamo». Il parroco, secondo quanto riporta il quotidiano locale la nuova di Venezia e Mestre (31/10), che ha seguito attentamente la vicenda, ha precisato di aver pubblicato la lettera dell’associazione senza entrare troppo nei contenuti, ma solo per mettere in guardia i genitori.

Il progetto, alla sua terza annualità, è la prima proposta operativa nata dopo la firma del Protocollo d’intesa tra la Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo della Provincia di Venezia e l’Ufficio scolastico territoriale di Venezia con l’intento di elaborare proposte, itinerari educativi e iniziative di formazione che contribuiscano a promuovere una riflessione critica utile ad abbattere barriere ideologiche e culturali e stereotipi radicati, seguendo quanto indicato dal “Documento d’indirizzo sulla diversità di genere” siglato dal Ministero Istruzione e dal Dipartimento per le Pari opportunità il 15 giugno 2011 allo scopo di applicare una «didattica sensibile alle differenze di genere».

«Basta andare sul sito della Commissione per capire di cosa si tratta», ha risposto alle accuse Maria Elena Tomat, presidente della commissione Pari opportunità (la nuova di Venezia e Mestre, 30/10). «In accordo con l’Ufficio scolastico cerchiamo, attraverso la formazione degli insegnanti, di stimolare il senso critico dei ragazzi verso i messaggi pubblicitari che impiegano stereotipi di genere: basti pensare che all’immagine della donna viene accostata quella della valletta scosciata e muta, mentre a quella del maschio l’uomo elegante e intelligente, solo per fare un esempio». «Il mio auspicio è che le insegnanti che stanno seguendo il corso di formazione proposto possano lavorare in totale serenità, senza essere coinvolte in polemiche pretestuose che non possono che recare danno alla scuola e i ragazzi».

«Il tema della pubblicità, dell’immagine della donna, ma oggi anche dell’uomo – le ha fatto eco la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto – può costituire un ambito di riflessione utile e interessante. Soprattutto se confrontato con la pluralità di ruoli che oggi sia gli uomini che le donne sono chiamati a svolgere nelle nostre comunità, dalla famiglia, al lavoro, all’impegno associazionistico o politico». (ingrid colanicchia)

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