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La Chiesa ha maltrattato gay e divorziati. Il card. Tagle chiede un nuovo approccio

Tratto da: Adista Notizie n° 12 del 28/03/2015

38059 LONDRA-ADISTA. A proposito delle persone lgbt, l’impegno pastorale della Chiesa deve integrare le acquisizioni della scienza moderna e dei comportamenti sociali. Lo ha affermato, in un’intervista al quotidiano inglese The Telegraph (9/3), il cardinale filippino Luis Tagle, arcivescovo di Manila – considerato da molti uno dei cardinali più papabili al prossimo Conclave –, a Londra in occasione dell’incontro nazionale dei giovani cattolici inglesi “Flame II” svoltosi l’8 marzo scorso allo stadio di Wembley. Nell’intervista, Tagle ha contestato la stigmatizzazione operata da tanti rappresentanti della Chiesa nei confronti delle persone gay e lesbiche e ha analizzato l’evoluzione a più livelli che, nel tempo, ha portato a una diversa percezione della realtà delle persone omosessuali e dei divorziati risposati: prima di tutto, una «crescita nella misericordia» unita a un mutamento della sensibilità, che ha fatto sì che «ciò che un tempo rappresentava un modo accettabile di mostrare misericordia… ora, nella mentalità contemporanea, non venga più visto così». A ciò si è aggiunta una nuova visione della psicologia infantile, che ha modificato il modo di trasmissione dell’insegnamento cattolico, come pure un cambiamento di linguaggio: «Le parole usate in passato per fare riferimento ai gay e ai divorziati e separati, alle madri nubili ecc., che erano molto dure», tendevano ad etichettare e, in definitiva, ad isolare le persone che appartenevano a queste categorie. «Non so se sia vero – racconta Tagle – ma ho sentito che in alcuni circoli, circoli cristiani, la sofferenza cui queste persone erano sottoposte era persino considerata una giusta conseguenza dei loro errori, che in un certo senso venivano in questo modo spiritualizzati… Ma siamo contenti di constatare e sentire che questa situazione è cambiata». 

A proposito dei divorziati risposati e della loro ipotetica riammissione ai sacramenti in particolari circostanze, Tagle ha detto che non è semplice trovare una risposta: «Ogni situazione è abbastanza unica. Avere una regola generale potrebbe essere controproducente, alla fine. La mia posizione al momento è quella di chiedere: “Possiamo considerare seriamente ogni situazione e la Chiesa prevede percorsi che consentano di prendere in esame ogni caso singolarmente?”. È un tema su cui spero che la gente apprezzerà il fatto che non ci siano “sì” e “no” facili. Non possiamo avere una formula per tutti i casi». 

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