Nessun articolo nel carrello

“Resistere all’odio e al sospetto”. Sui musulmani, i vescovi Usa contro Donald Trump

“Resistere all’odio e al sospetto”. Sui musulmani, i vescovi Usa contro Donald Trump

Tratto da: Adista Notizie n° 45 del 26/12/2015

38384 NEW YORK-ADISTA. Occorre ripudiare «l’odio e il sospetto che conducono a politiche di discriminazione»: così il presidente della Conferenza episcopale Usa, mons. Joseph Kurtz, ha stigmatizzato l’appello lanciato, all’inizio di dicembre, dal candidato repubblicano Donald Trump, che chiedeva di vietare l’ingresso sul suolo statunitense dei musulmani «fino a quando i nostri rappresentanti non avranno capito cosa sta succedendo». Lo ha fatto senza citare esplicitamente Trump – anche se il riferimento è chiaro – in un documento diffuso il 14 dicembre: «Vedere vite innocenti uccise e chiedersi se la violenza toccherà le nostre famiglie giustamente suscita in noi le emozioni protettive più profonde», scrive mons. Kurtz, ma «dobbiamo resistere all’odio e al sospetto che conducono a politiche di discriminazione». Quelle emozioni vanno incanalate «in una vibrante testimonianza della dignità di ogni persona. Dobbiamo applicare leggi sull’immigrazione che siano umane e ci garantiscano sicurezza, ma non dobbiamo mai discriminare le persone sulla base della loro appartenza religiosa». «Quando non vediamo la differenza tra i nostri nemici e le persone di buona volontà, perdiamo una parte di ciò che siamo come credenti. Le politiche del terrore e la retorica provocatoria non faranno che offrire agli estremisti un humus fertile e apriranno la strada ad un futuro conflittuale e dominato dalla paura». Di qui la riconferma dell’«impegno fermo» della Conferenza episcopale «nei confronti dei rifugiati, che spesso fuggono da gravi persecuzioni»: «Difenderemo le persone che subiscono una discriminazione religiosa, compresi i nostri fratelli e le nostre sorelle musulmane». L’estremismo va affrontato, conclude il presidente dei vescovi Usa, «con coraggio e compassione, riconoscendo che il cristianesimo, l’islam, l’ebraismo e molte altre religioni sono unite nell’opposizione alla violenza portata avanti in loro nome».

Kurtz non è stato l’unico vescovo a prendere parola sulla questione. Qualche giorno prima, l’arcivescovo di Baltimora e presidente della Commissione episcopale ad hoc sulla libertà religiosa mons. William Lori, nel corso di un’intervista rilasciata a Roma in occasione di un convegno tenutosi alla Pontificia Università Urbaniana sulla persecuzione cristiana nel mondo, ha detto che i cattolici «non possono appoggiare» una limitazione degli ingressi negli Stati Uniti sulla base dell’appartenenza religiosa. La proposta lanciata da Trump, ha detto, suscita «un grande allarme dal punto di vista della libertà religiosa». 

Analoga posizione quella espressa dall’arcivescovo di Detroit, mons. Allen Vigneron. In una lettera del 10 dicembre ai preti della sua diocesi, di cui dà conto il Religion News Service, Vigneron ha detto che «la Chiesa cattolica si astiene dal formulare giudizi a favore o contro singoli candidati ad uno specifico incarico politico», ma «esprime e deve esprimere il valore morale della importante e ampia questione della libertà religiosa». «Limitare o sacrificare diritti e libertà religiose per paura – ha proseguito – invece di difenderli e tutelarli in nome del rispetto reciproco e della giustizia rappresenta una giustificazione che provoca una frattura nell’autentico fondamento della morale su cui ci basiamo».

Una sfida concreta sullo stesso tema è quella che l’arcivescovo di Indianapolis mons. Joseph Tobin ha lanciato al governatore dell’Indiana Mike Pence, che aveva chiesto all’arcidiocesi di non accogliere una famiglia siriana finché il Congresso non avesse promulgato nuove leggi sull’immigrazione. Senza fare riferimento alla questione della libertà di religione, ma focalizzando il discorso sull’attenzione della Chiesa nei confronti delle persone bisognose, l’8 dicembre, in un comunicato sul sito della diocesi, Tobin ha scritto di aver prestato attenzione alle preoccupazioni del governatore riguardo alla sicurezza, di averle prese in considerazione», ma di aver informato quest’ultimo, prima dell’arrivo della famiglia siriana nello Stato, «di aver chiesto al personale di Catholic Charities di accogliere, come programmato, i due con i due bambini». Questa famiglia, ha spiegato, è fuggita dalla guerra tre anni fa e per i due anni successivi è stata sottoposta a controlli accurati e colloqui personali ed ha ricevuto dal governo Usa il permesso di entrare negli Stati Uniti. «Da quarant’anni i servizi dell’arcidiocesi preposti ai rifugiati e ai migranti accolgono persone che fuggono dalla violenza in diverse regioni del mondo», ha scritto con fermezza l’arcivescovo. «Questo è un aspetto essenziale della nostra identità di cattolici e continueremo in questa tradizione allo scopo di salvare vite». 

* Immagine di Gage Skidmore, tratta da Flickr, licenza immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.