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L’Onu vigilerà contro l’omofobia negli Stati membri

L’Onu vigilerà contro l’omofobia negli Stati membri

BOLOGNA-ADISTA. Si chiama Vitit Muntarbhorn ed è docente di legge presso l'università Chulalongorn di Bangkok in Thailandia il primo esperto indipendente nominato dal Consiglio per i Diritti Umani della Nazioni Unite con l’incarico di indagare e monitorare la violenza e le discriminazioni verso le persone LGBT nei 193 Stati membri. È «un passo storico per l'ONU», ha commentato Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, perché nella più alta assise internazionale «i diritti e le tutele della comunità LGBT erano sempre rimaste ai margini dal dibattito, a causa dell'ostilità di alcune nazioni, quelle in cui l'omosessualità è considerata ancora un crimine». «Non avrà un lavoro semplice», ha osservato Piazzoni: «Decine di nazioni hanno cercato di impedire la creazione di questa figura e hanno già dichiarato di non riconoscerne l'autorità, né di voler collaborare su questi temi con le Nazioni Unite, ma per quanto ci riguarda gli rivolgiamo il nostro più sentito augurio di buon lavoro. Finalmente ci sarà un monitoraggio a livello globale del fenomeno della discriminazione contro la comunità LGBT, un fenomeno reale e concreto che colpisce milioni di persone, e sul quale pesano non solo gli orientamenti degli Stati omofobi ma anche le ambiguità di uno Stato non membro, ma osservatore permanente nell'assemblea dell'Onu, come il Vaticano. È un bene che anziché dar credito a chi sul tema costruisce strampalate teorie complottistiche» - vedi le parole di papa Francesco a Tiblisi il primo ottobre: «Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio» -, «l'Onu abbia imboccato la via del rispetto della dignità di tutte le persone e della loro tutela, anche in quanto gay, lesbiche, bisessuali e trans.

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