Asili nido: a Roma, la giunta Raggi taglia 50 educatrici per assumere insegnanti di religione
Tratto da: Adista Notizie n° 18 del 13/05/2017
38946 ROMA-ADISTA. Meno educatrici per i nidi, più insegnanti di religione cattolica per scuole dell’infanzia. Lo stabilisce una delibera (la n. 53 del 7 aprile, scovata da Ylenia Sina di RomaToday) da poco approvata dalla giunta capitolina “5 stelle” guidata dalla sindaca Virginia Raggi che prevede il taglio dalla pianta organica dei nidi comunali di cinquanta educatrici e l’assunzione di altrettanti insegnanti di religione cattolica nelle scuola dell’infanzia, dove religione è disciplina curricolare benché facoltativa (come nelle scuole di ogni ordine e grado).
La giunta – si legge nella delibera – istituisce «il profilo professionale di Insegnante della religione cattolica», determina «la dotazione organica teorica ottimale prevista per il suddetto profilo professionale in 50 unità di personale» e procede «conseguentemente, al fine di assicurare l’invarianza del costo teorico complessivo dell’apparato professionale non dirigente di Roma Capitale, alla corrispondente riduzione della dotazione organica (…) per il profilo professionale di “Educatore di asilo nido».
Quindi si assumono in ruolo e a tempo indeterminato cinquanta docenti di religione cattolica – non che prima non ci fossero, semplicemente venivano impiegati con contratti a tempo determinato di un anno, in base al numero degli alunni che sceglievano di avvalersi dell’insegnamento di religione cattolica – ma si tagliano cinquanta educatrici degli asili nido, per non far andare i costi fuori controllo. In un organico, quello degli educatori, a cui già mancano più di 400 unità: dovrebbero essere 3.050, ce ne sono appena 2.646, con una carenza, quindi, di 404 addetti.
«La sempre più frequente indisponibilità di detto personale ad accettare gli incarichi in questione, ha determinato negli ultimi anni ritardi nel conferimento degli incarichi di supplenza e il ricorso sempre più consistente alla stipula di contratti a termine, con reiterazione degli stessi nei confronti dei medesimi lavoratori anche oltre i 36 mesi che costituiscono il limite di durata massima consentita dalle direttive europee in materia di rapporti di lavoro a tempo determinato», si legge nella delibera. Per cui l’assessora alle Politiche sociali e alla scuola, Laura Baldassarre, può affermare in una nota: «Poniamo fine così a una situazione di irregolarità che Roma Capitale si trascina da anni e che ha causato diversi contenziosi».
Anche per gli insegnanti di religione degli nidi comunali valgono le regole concordatarie in vigore per tutti gli altri docenti di religione delle scuole statali: retribuiti dall’amministrazione comunale, ma di fatto assunti dal vescovo, il quale deve concedere loro l’idoneità che può revocargli in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo: il sopraggiungere di un divorzio o di una separazione, la scoperta di una convivenza o dell’omosessualità. E l’assessora lo sa bene: «Poiché requisito imprescindibile per l’accesso al profilo professionale di Insegnante della religione cattolica è il riconoscimento, da parte della competente Autorità acclesiastica, dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica – precisa nella nota –, la delibera stabilisce che l’eventuale revoca dell’idoneità costituisca causa di recesso dal contratto di lavoro».
«Gravissima la decisione della Giunta Raggi»; «una scelta retriva, degna del peggior conservatorismo che va in una direzione precisa: quella di divaricare le diseguaglianze sociali e di sottrarre risorse al futuro», si legge in una nota di Sinistra Italiana firmata da Claudia Pratelli (segreteria nazionale) e Susanna Crostella (segreteria romana). «Sono proprio i bambini nati nelle famiglie più svantaggiate a fare le spese di questa scarsa offerta e dei costi alti delle rette. Fin dai primi mesi di vita, insomma, i bimbi del nostro Paese sono selezionati per classe e la sindaca Raggi si fa alfiere di questa ingiustizia con un capolavoro di conservatorismo: non solo vengono sottratte opportunità ai bambini romani e posti stabili ai precari storici degli asili nido, ma tutto questo avviene per assumere insegnanti scelti dal vescovo. Ancora una volta emerge la non laicità dello Stato e in questa occasione a scapito di un servizio che riveste un’importanza basilare per il benessere in quella fascia di età: un nido di qualità, con personale rispondente agli standard previsti e con provata professionalità rappresenta una garanzia di crescita armoniosa del bambino».
La decisione del Campidoglio, scrive in una nota Roberto Betti, del Sindacato generale di base, «riduce ancora di più i posti in organico che potevano dare una possibilità di stabilizzazione alle centinaia di precarie, storiche e meno, che rischiano di essere definitivamente cacciate dal posto di lavoro. Sembra proprio che la giunta Raggi insegua il Vaticano con grande senso di realpolitik. Neanche Rutelli osó tanto. Nei prossimi giorni partiremo con una serie di assemblee in tutti i municipi e con una petizione cittadina (...): nessun taglio agli organici di nidi e scuole e nessuna corsia preferenziale per le insegnanti di religione cattolica».
* Foto di Livioandronico2013 tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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