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Un mistero la paternità della giornata per “Giovanni XXIII patrono dell’esercito”. E anche un flop

Un mistero la paternità della giornata per “Giovanni XXIII patrono dell’esercito”. E anche un flop

Tratto da: Adista Notizie n° 36 del 21/10/2017

ROMA-ADISTA. San Giovanni XXIII è il nuovo patrono dell’Esercito italiano, così perlomeno è stato acclamato nella messa alla chiesa dell’Aracoeli (alle spalle di piazza Venezia e del Vittoriano, a Roma), presieduta dall’ordinario militare-generale di corpo di armata, mons. Santo Marcianò, nel giorno della memoria liturgica di papa Roncalli, l’11 ottobre. Ma la presenza a piazza San Pietro di migliaia di soldati in divisa per l’udienza generale di papa Francesco – annunciata nelle settimane precedenti dall’Ordinariato militare – non c’è stata. Anzi dalla Sala stampa della Santa sede dicono che in Vaticano non ne sapevano nulla. 

Che si sia trattato di una risposta diplomatica per celare l’annullamento di un evento che aveva destato perplessità e proteste da parte di molti o di un dietrofront da parte dei vertici dell’Esercito resta avvolto dalla nebbia. Certo è che l’udienza non c’è stata, e che in piazza, tranne quelle impegnate nella gestione dell’ordine pubblico, non si è vista nemmeno una divisa. Interpellata da Adista, la vice direttrice della Sala stampa della Santa sede, Paloma García Ovejero fa sapere che «non è stata mai prevista una udienza; forse era una proposta, forse una petizione, forse una promessa, oppure si trattava di un saluto, ma non era in agenda». Mons. Angelo Frigerio, vicario generale dell’Ordinariato militare-generale di divisione – che, intervistato da Adista ad inizio settembre, aveva annunciato l’evento (v. Adista Notizie n. 32/17) –, invece è irreperibile dall’11 ottobre. E fonti interne alle Forze armate confermano che i comandanti delle caserme dell’Esercito, soprattutto quelle di Roma e Lazio, erano stati invitati dai superiori a dare la massima disponibilità di uomini e mezzi per partecipare alla grande adunata in piazza San Pietro, ma che poi è stata innestata la marcia indietro. «È evidente che il vertice dell’Esercito e l’Ordinariato, dopo le polemiche dei giorni scorsi, hanno preferito evitare di alimentarne altre dando vita all’ennesimo spreco di denaro pubblico», commenta su Agenparl Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari e forze di polizia (Pdm), che aggiunge, sul filo dell’ironia: «La rinuncia alla pacifica invasione del Vaticano dal punto di vista economico (spese per i mezzi di trasporto e indennità per il personale) rappresenta sicuramente un piccolo ma significativo gesto di buona volontà nel mare magnum degli sprechi della Difesa e inaspettatamente dimostra, anche ai più scettici, che quando i generali vogliono, possono e sanno far risparmiare i contribuenti».

Comunque sia andata, in Vaticano, pur confermando il Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del card. Robert Sarah che stabilisce «San Giovanni XXIII patrono presso Dio dell’Esercito italiano», hanno mantenuto un profilo basso, segno evidente dell’imbarazzo per una scelta contestata anche da molti vescovi (v. Adista Notizie n. 34/17). Papa Francesco, nei saluti in lingua italiana al termine dell’udienza in piazza San Pietro, si è limitato a ricordare «San Giovanni XXIII, di cui oggi ricorre la memoria liturgica», senza fare alcun cenno al nuovo patronato. E poi ha affidato un tweet a @Pontifex: «Come san Giovanni XXIII, che ricordiamo oggi, diamo testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio e della sua misericordia». La Conferenza episcopale, con il segretario generale, mons. Nunzio Galantino, pur riconoscendo la legittimità della decisione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti («Abbiamo dato un patrono agli schermitori, ai macellai… non capisco perché la gente che porta la divisa non possa pregare Giovanni XXIII»), ha fatto intendere di non essere stata nemmeno interpellata: «La Conferenza episcopale italiana non è stata assolutamente coinvolta in questo tipo di pronunciamento e decisione» (v. Adista Notizie n. 35/17).

Al contrario crescono i consensi sull’appello di Pax Christi critico nei confronti di papa Giovanni patrono dell’Esercito. Ai quattordici vescovi che già l’avevano sottoscritto, se ne sono aggiunti altri tre: mons. Raffaele Nogaro (ex vescovo di Caserta), mons. Francesco Savino (vescovo di Cassano allo Jonio) e mons. Antonio De Luca (vescovo di Teggiano Policastro). Appello che però non ha avuto alcuna risposta e a cui Pax Christi sta cercando di capire se e come dare seguito.

* Foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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