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Sono cattolico, quindi... primi passi (falsi) nella “famiglia” populista

Sono cattolico, quindi... primi passi (falsi) nella “famiglia” populista

Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 16/06/2018

39400 ROMA-ADISTA. A pochi giorni dalla nascita del sedicente governo “del cambiamento”, o giallo-verde, fortemente a trazione leghista, il Paese ha già dovuto fare i conti con diverse uscite poco felici. Quando poi sotto attacco ci finiscono i diritti delle persone più deboli, certe esternazioni diventano oltremodo preoccupanti.

Dopo le dichiarazioni del neoministro dell'Interno, Matteo Salvini, sugli eccessivi fondi destinati all'accoglienza, sulla «pacchia» dei “clandestini” e sulle Ong come «vicescafisti », sono poi arrivate quelle sulle famiglie arcobaleno del neoministro della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana. 38 anni, veronese, cattolico, tifoso dell'Hellas, da anni collega di Salvini al Parlamento Europeo, fresco di nomina ministeriale il leghista ha esposto all'opinione pubblica le sue intenzioni e le sue convinzioni: un esordio col botto seguito da tante polemiche.

Il 2 giugno, in un'intervista al Corriere della Sera, Fontana ha sostenuto la necessità di «invertire la curva della crescita» demografica nel nostro Paese, proponendo, da un lato, un potenziamento dei consultori per «cercare di dissuadere le donne dall’abortire» e, dall'altro, un sostegno pieno alle famiglie «naturali». «Sono cattolico, non lo nascondo», ha ribadito al Corsera, «ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà». D'altra parte oggi, ha poi concluso il ministro da molti ritenuto il più “di destra” dell'attuale governo, le famiglie arcobaleno «per la legge non esistono». Ma tranquilli, rassicura Fontana tentando di scrollare da sé ogni facile accusa di omofobia, «ho tanti amici omosessuali, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni».

L'intervento del ministro, a poche ore dal suo insediamento, ha sollevato un vespaio, mettendo in imbarazzo il neonato governo, già tacciato di razzismo e omofobia, tanto che il compagno di partito Salvini, seppur condividendo in pieno il Fontana-pensiero, si è visto costretto a prendere le distanze, ribadendo che il ministro «è libero di avere le sue idee» ma che queste, siccome non fanno parte del contratto Lega-M5S, non sono nell'agenda di questo governo.

A differenza di “altri”, pare che Fontana al Parlamento Europeo si sia visto, e pure tanto. È nota la sua fervente attività in favore della natalità, contro la maternità surrogata, per la causa cristiana nel mondo: per le minoranze dei cristiani nei Paesi a maggioranza musulmana, contro la cristianofobia in Europa, contro addirittura i rischi di «compromissione delle istituzioni europee con l'Islam radicale». Allo stesso modo è risaputa la simpatia del neoministro per i movimenti della destra cattolica, tradizionalista, omofoba, anti-gender e antiabortista, come ProVita Onlus, Generazione Famiglia e CitizenGo. In un tweet dell'1° giugno scorso, Generazione Famiglia ha salutato con entusiasmo la nomina di Fontana alla Famiglia, definendolo «grande amico del Family Day e della Marcia per la Vita, persona competente e di alto profilo morale. Buon lavoro». Proprio alla scuola di questi movimenti Fontana sembra aver imparato anche la caratteristica retorica, aggressiva quando si scagliano attacchi e vittimistica e complottista quando quegli attacchi producono reazioni.

E così è stato: il ministro, dopo le polemiche suscitate dalle sue parole contro le famiglie arcobaleno, poteva chiudere la vicenda con un semplice “mi avete frainteso”. E invece no, Fontana ha rincarato la dose, rispondendo alle accuse con una lettera del 4 giugno al direttore del noto quotidiano di destra il Tempo. Il ministro parla di un «attacco non solo nei miei confronti, ma contro i valori in cui la maggioranza silenziosa e pacata del Paese si rispecchia»; «la reazione di certi ambienti che fanno del relativismo la loro bandiera è stata violentissima»; «è partita un’accanita raffica di insulti, offese, anche personali, minacce (che saranno portate all’attenzione degli uffici competenti). I social hanno amplificato la portata di questa azione, da taluni condotta a tavolino». Il ministro punta il dito contro la «rivolta delle élites» e «la dittatura del pensiero unico» ma ribadisce – lui Davide contro Golia – che andrà avanti «con grande motivazione», perché ci sono «tanti progetti da attuare»: «Onore a un giornale libero che ha il coraggio di esprimere posizioni controcorrente. Mai come in questo momento battersi per la normalità è diventato un atto eroico».

* Lorenzo Fontana in una foto [ritagliata] del 2016, fonte euranet_plus, tratta da it.wikipedia.org, Licenza Creative Commons

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