Calo nella Chiesa valdese: una «stabile decrescita»
Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 08/09/2018
39479 TORRE PELLICE (TO)-ADISTA. Una Chiesa in «stabile decrescita». È l’efficace formula coniata da metodisti e valdesi per illustrare senza reticenze, sulla base della ricerca Ri.so.r.s.e. (Rilevazione sociologica sulle risorse e statistiche ecclesiastiche) presentata durante il Sinodo (v. notizia precedente), lo stato di salute delle Chiese metodiste e valdesi in Italia.
Il dato generale complessivo dice che dal 1985 al 2016 le Chiese metodiste e valdesi hanno perso poco più di cinquemila membri, pari al 24% della popolazione evangelica del 1985. «La formula della “stabile decrescita” suggerisce tre tipi di reazione da parte delle nostre Chiese – ha detto Paolo Naso –: una forma di realismo che accetta il ridimensionamento; una resistenza, determinata dalla passione e della volontà conservativa; il movimentismo, che riconosce le difficoltà ma cerca di mettere in campo dinamiche e strategie nuove che trasformano la chiesa e che potrebbero anche rafforzarci».
La partecipazione al culto domenicale riguarda mediamente il 27% di valdesi e metodisti: circa cinquemila partecipanti in una domenica ideale, dei quali il 25% è rappresentato da persone che non sono membri della Chiesa; tra questi ultimi il 5% entra in una chiesa valdese o metodista per la prima volta. Altro fenomeno degno di nota registrato negli ultimi 5 anni è quello relativo alla percentuale di nuovi membri ammessi, che è pari al 7%. La pastora della Chiesa valdese di Milano, Daniela Di Carlo, ha raccontato l’esperienza della sua chiesa e i nuovi ingressi di «adulti che decidono di vivere la propria spiritualità non in solitudine, ma accanto a persone che vogliono lavorare con un orizzonte di trasformazione e di costruzione di un mondo più giusto. Questi nuovi ingressi provocano dei cambiamenti interessanti, e l’assunzione di maggiori responsabilità e maggiore attivismo delle nostre chiese».
La «stabile decrescita» è confermata anche dai nuovi dati dell’otto per mille. È vero che il numero dei contribuenti che sceglie di destinare il proprio otto per mille alla Chiesa metodista e valdese (circa 500mila) è di gran lunga più alto dei 22mila fedeli presenti in Italia. Ma è anche vero che, per il terzo anno consecutivo, si registra una flessione: i contributi del 2018 (che si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi del 2015) scendono a 32 milioni di euro (nel 2016 erano 37 milioni, lo scorso anno 34 milioni). Che, una scelta riconfermata dal Sinodo, verranno impiegati non per il culto ma per progetti sociali, assistenziali e sanitari, in Italia (60%) e all’estero (40%), in particolare 454 progetti all’estero e 673 progetti in Italia in ambito educativo, sanitario e culturale.
Mentre Adista va in stampa, si sta svolgendo l’ultima giornata dei lavori del Sinodo, con l’approvazione degli ordini del giorno e la scontata riconferma – per l’ultimo anno del settennato – di Eugenio Bernardini alla guida della Tavola valdese, organo esecutivo dell’Unione delle Chiese metodiste e valdesi.
Xilografia della Casa Valdese in Torre Pellice su disegno di C. Cornaglia, inciso da Giuseppe Barberis. Fonte: Gustavo Strafforello, La patria, geografia dell'Italia, II. Provincia di Torino, Unione Tipografico-Editrice (1890). Tratta da wikimedia commons, immagine originale e licenza
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