
Venezuela. Nicolás Maduro: "Che il papa ci aiuti!"
«Io ho inviato una lettera a Papa Francesco, spero che sia in viaggio o che sia arrivata a Roma, al Vaticano. Dicendo che io sono al servizio della causa di Cristo. Io sono Cristiano, Cristiano profondo, di Cristo. Il Papa sa che io sono un praticante della fede. Prego, un Cristiano di preghiera e di azione. E con questo spirito gli ho chiesto aiuto… in un processo di facilitazione e di rafforzamento del dialogo».
Con queste parole, tratte dall’intervista appena rilasciata a Sky TG24, il presidente del Venezuela Nicolás Maduro informa di aver chiesto la mediazione di papa Francesco per risolvere la pesante crisi in cui versa il suo Paese e che si riflette drammaticamente sulla politica internazionale. «È una delle prime interviste a media europei», sottolinea l’emittente, che ha diffuso il video anche tramite il sito.
L’emittente ricorda che Maduro è stato eletto «al secondo mandato presidenziale in elezioni considerate irregolari dalle organizzazioni internazionali» e che il Paese «sta attraversando una crisi economica devastante con il 90% dei suoi abitanti sotto la soglia di povertà, quasi 2 milioni di venezuelani sono emigrati a causa della fame o delle violenze negli ultimi 3 anni e la repressione delle manifestazioni di piazza ha causato decine di morti».
Alla domanda «Qual è il suo messaggio all’Europa e all’Italia? C’è una possibilità di trattativa?», Maduro risponde sollecitando a non farsi «trascinare dalle pazzie di Donald Trump». «Il Venezuela ha una democrazia pulsante», spiega Maduro, «se ce la misurassero per elezioni, in 20 anni in Venezuela abbiamo votato 25 volte. Di queste 25 elezioni, in 23 abbiamo vinto, la forza bolivariana, la forza democratica. Due elezioni sono state vinte dalla destra. Abbiamo un vero potere, una forza reale. Che direi all’Italia? Che direi io all’Europa? Non vi fate trascinare dalle pazzie di Donald Trump. Non vi fate trascinare dalle politiche estremiste e interventiste, che cercano un colpo di stato in Venezuela ordinato e pianificato. Come già si sa, da Washington, dalla Casa Bianca. L’Europa deve mantenere una posizione di equilibrio, di rispetto e di collaborazione, cioè aiutare la pace in Venezuela. Quando si parla di scegliere tra colpo di stato, intervento e dialogo, io scelgo il dialogo, sempre per il dialogo, dialogo per difendere la democrazia, dialogo per difendere la pace e superare i problemi».
Quando Sky TG24 chiede al presidente venezuelano «che messaggio manda a Guaidò e a quei venezuelani che soffrono per la crisi economica, che scappano dal Paese, che manifestano con l’opposizione», Maduro risponde: «Prima di tutto io non manderei un messaggio a Guaidò direttamente, io manderei un messaggio ai capi dell’opposizione, a quelli che sono nella condizione di avere questo ruolo. Il messaggio che manderei ai capi dell’opposizione è che riflettano, che cambino idea in tempo, il cammino di un colpo di stato che già è fallito non è il cammino per il successo del paese. Fa danno al Paese, a livello nazionale e internazionale. Io manderei un messaggio molto diretto ai capi politici e ai partiti politici dell’opposizione: sederci a un tavolo, con un’agenda aperta, a dialogare, parlare, a fare politica con la P maiuscola. Questo sarebbe il mio messaggio».
Va in questa direzione l’iniziativa, cui Maduro chiede il sostegno del papa, presa da alcuni governi latinoamericani: «I governi di Messico e Uruguay, tutti i governi caraibici del Caricom e il governo della Bolivia hanno richiesto una conferenza per il dialogo e la pace in Venezuela, il 7 febbraio. Io chiedo al Papa che produca il suo miglior sforzo, la sua volontà per aiutarci nella strada del dialogo. Speriamo di ricevere una risposta positiva». E anche abbastanza celermente, data la posizione assunta da Trump. Perché «c’è una minaccia, non posso dire adesso che ci sia un rischio. C’è una minaccia che è cominciata nell’agosto del 2018, la prima volta in cui Trump ha parlato di un intervento militare in Venezuela. Io dico al mondo intero: abbiamo bisogno della solidarietà, della coscienza perché non ci sia una follia di guerra e non trasformino il Venezuela in nuovo Vietnam, perché il popolo venezuelano, le nostre forze armate bolivariane e rivoluzionarie… noi non permetteremo mai che sia toccato un palmo del territorio nazionale».
*Foto della Presidencia El Salvador, tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!