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Cibo che divora foreste: firma la petizione di Greenpeace

Cibo che divora foreste: firma la petizione di Greenpeace

Ad ammetterlo sembra assurdo: l’industria del cibo, che fornisce nutrimento per i popoli della Terra, si rivela spesso letale per gli equilibri del pianeta. Greenpeace torna a lanciare l'allarme sulle foreste e lo fa chiedendo ai cittadini di firmare una petizione in tre punti all’Unione Europea. «Ogni tre secondi, nel mondo, un’area di foresta grande come un campo da calcio viene rasa al suolo», denuncia l’organizzazione ambientalista. «L’80% della distruzione delle foreste è causata dalla produzione intensiva», per esempio, di soia dal Brasile, di olio di palma usato anche per la produzione di biodiesel, di carne da allevamento che richiede grandi pascoli, di cacao dalla Costa D’Avorio e dal Ghana, di prodotto esotici e “trendy”, alla moda nei Paesi ricchi, come l’avocado, la quinoa e gli anacardi. Questo cibo procura ingenti profitti alle grandi aziende e allo stesso tempo «divora le foreste».

Proprio le foreste, che rappresentano la «soluzione naturale ai cambiamenti climatici» e sono «la casa di animali unici che rischiano l’estinzione».

Nessun dubbio, dunque, per Greenpeace: «I cambiamenti climatici e la sesta estinzione di massa, entrambi causati dallo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali da parte degli esseri umani, sono minacce enormi e urgenti che l'umanità deve affrontare. Gli scienziati ci stanno avvertendo: stiamo già subendo gli impatti dei cambiamenti climatici e circa 1 milione di specie sono a rischio di estinzione. Per salvare il clima e la biodiversità, dobbiamo salvare le foreste».

L’Unione Europea dovrebbe allora garantire, con un’apposita normativa, «che tutte le materie prime agricole e i loro derivati, commerciate all’interno dell’Ue, siano prodotte rispettando rigorosi criteri di sostenibilità in grado di evitare impatti ambientali e sociali; e che non siano prodotte da aziende responsabili di deforestazione, degrado forestale, conversione o degrado di altri ecosistemi naturali e la violazione dei diritti umani». Dovrebbe inoltre «imporre agli operatori con sede nell'Ue, obblighi come: tracciabilità, trasparenza della catena di approvvigionamento e verifica da parte di terzi»; e «agli operatori finanziari (banche, investitori, assicuratori, e settore pubblico) di ottemperare agli obblighi di trasparenza per evitare che il sistema finanziario venga utilizzato a sostegno di aziende o attività legate alla deforestazione, al degrado e alla conversione delle foreste o di altri ecosistemi naturali, oltre che alla violazione dei diritti umani».

«Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, sarà troppo tardi», avverte Greenpeace. Non c’è più tempo, «il conto alla rovescia verso l’estinzione è già cominciato».

Firma la petizione!

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