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"Manifesto per la pace", un impegno a tutto campo

ASSISI-ADISTA. Al termine dei lavori della Summer School “Building future on peace” (Assisi 22-26 luglio 2019), i promotori dell’iniziativa -  Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Focsiv, Istituto di diritto internazionale della pace “G. Toniolo” e Missio - lanciano “Everyday for peace”,  il "Manifesto per un futuro di Pace" (per il testo integrale, v. più in basso).

L’adesione al documento impegna «ad essere cittadini responsabili, artigiani di pace e di speranza, pellegrini sulle orme dei testimoni di un’umanità riconciliata», nelle città, in Italia, in Europa e nel mondo intero. Il futuro dell’umanità ha bisogno di pace, i popoli hanno bisogno di pace, i diritti umani fondamentali reclamano la pace. Per tutti e per ciascuno la pace è «un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro». Perciò il Manifesto esprime il suo No deciso alla vendita delle armi, specialmente a quelle «made in Ue»; chiede l’applicazione di politiche comunitarie «per accoglienza, inclusione e coesione, sostenibilità ambientale, lavoro, lotta alle disuguaglianze e discriminazioni», che siano coerenti con i principi fondatori dell’Unione; vincola ciascuno a «tessere il tessuto sociale delle nostre comunità», promuovendo una sicurezza che nasca dall’incontro e «non dai muri di separazione».

Chiede alla politica responsabilità e lungimiranza, aprendosi all’ascolto dei cittadini, e chiede alla comunità Italia di dare «nuova linfa ai principi di unità, sussidiarietà e leale collaborazione tra istituzioni ed enti che costituiscono la Repubblica». Ciascun cittadino si impegni a «“disarmare la lingua e le mani”, sollecitando i responsabili delle istituzioni a riconoscere il valore generativo del confronto, investendo sulla costruzione di una società nonviolenta».

Il Manifesto, sensibile alla situazione ambientale sempre più grave, esprime poi preoccupazione «per lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e delle scelte irresponsabili condotte dall’uomo nell’ultimo secolo» e reclama maggiore sollecitudine nel perseguimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030. Sollecita, infine, acciocché «lo sviluppo umano integrale, in quanto rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani, sia la via per il reale progresso dell’intera umanità e per la costruzione della pace». 

Di seguito, il testo inegrale del Manifesto.

“EVERYDAY FOR PEACE”

MANIFESTO PER UN FUTURO DI PACE

Da Assisi, città dove il cielo e la terra si abbracciano, dando vita ai sogni di pace di ogni essere umano;

Nell’ottocentesimo anniversario dell’incontro tra San Francesco e il sultano d’Egitto Al-Malik al-Kalim, segno profetico della forza del dialogo e della possibile coesistenza pacifica tra tutti i popoli della terra;

Sollecitati dal “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib;

Scossi dal fragore delle armi che proviene dai tanti conflitti in atto nel mondo, che interrogano la nostra coscienza e ci spingono ad allargare l’orizzonte della nostra umanità;

Forti di una tradizione democratica che, attraverso la Costituzione repubblicana, ha consacrato come fondamenta del patto civico la promozione della dignità della persona umana, il ripudio della guerra e la promozione della pace e della giustizia fra le Nazioni;

Incoraggiati dagli sviluppi del diritto internazionale ed europeo a tutela della pace e dei diritti umani fondamentali;

Convinti che la pace sia un bene necessario e un dovere inderogabile, senza cui non può esservi alcun progetto credibile sul futuro,

CI IMPEGNIAMO

ad essere cittadini responsabili, artigiani di pace e di speranza, pellegrini sulle orme dei testimoni di un’umanità riconciliata,

NELLE CITTÀ

Le nostre città sono sempre più spesso scenario di episodi di violenza e intolleranza verso chi è diverso, per cultura, religione, etnia, orientamento sessuale, così come nei confronti delle donne e dei soggetti più deboli della società, disabili, bambini e anziani.

Le città siano, invece, comunità accoglienti e inclusive, luogo di relazioni generative, dove rinsaldare i legami del patto sociale e promuovere il pieno sviluppo di ogni persona umana. 

Ci impegniamo a promuovere la pace attraverso azioni di giustizia sociale, riscrivendo la geografia delle relazioni umane tra centro e periferie. Riteniamo necessario riconnettere il tessuto delle nostre comunità, promuovendo una sicurezza non basata su muri di separazione, ma su legami di solidarietà, alleanze contro le povertà e reti per il bene comune.

Chiediamo alla politica responsabilità e lungimiranza, una democrazia più partecipata, aperta all’ascolto dei cittadini, politiche pubbliche capaci di ripensare gli spazi come luoghi dove prendersi cura dei legami sociali: non spazi vuoti, ma luoghi da abitare.

IN ITALIA

A distanza di oltre 150 anni dall’unificazione, sentiamo il bisogno di riaffermare le ragioni del nostro stare insieme, dando nuova linfa ai principi di unità, sussidiarietà e leale collaborazione tra istituzioni ed enti che costituiscono la Repubblica.

L’Italia sia un Paese dove la grande bellezza del paesaggio e del patrimonio storico-artistico e culturale sia eguagliata dalla bellezza delle relazioni tra i suoi cittadini e con il resto del mondo. Fedele alla sua tradizione di luogo di incontro tra popoli e culture, con salde radici europee e proteso nel Mediterraneo.  

Ci impegniamo a promuovere lo sviluppo di comunità e a riscoprirne il senso, ad ogni livello: tra i quartieri delle Città, tra Regioni e Stato, da Nord a Sud, tra generazioni.

Chiediamo di “disarmare la lingua e le mani”, sollecitando i responsabili delle istituzioni a riconoscere il valore generativo del confronto, investendo sulla costruzione di una società nonviolenta e promuovendo politiche concrete di coesione sociale e territoriale. A tal fine, chiediamo di dirottare le risorse destinate all’economia della guerra ad un’economia della pace.

IN EUROPA

L’Europa rischia di tradire se stessa se cede alle tentazioni nazionaliste e populiste che ne minano il progetto comune e le conquiste realizzate attraverso un processo di integrazione che prosegue da oltre sessant’anni.

L’Europa sia, invece, protagonista di un rinnovato progetto di pace, che promuova la ricchezza della diversità, la cultura dell’incontro tra i popoli e la collaborazione istituzionale tra gli Stati, assicurando così sviluppo, democrazia e nuove possibilità di futuro ai suoi cittadini.

Ci impegniamo a rilanciare lo spirito dei Padri fondatori espresso nel Manifesto di Ventotene, nella prospettiva di un’Unione sempre più stretta tra i popoli europei; a vigilare sulla concreta attuazione dei valori democratici e della tutela dei diritti umani nelle politiche e nelle decisioni dell’UE e degli Stati membri: le armi “made in UE” e gli accordi commerciali iniqui tradiscono la sua autentica vocazione di pace.

Chiediamo all’Europa di declinare la pace diversamente dal passato, con politiche coerenti sui grandi temi del presente: accoglienza, inclusione e coesione, sostenibilità ambientale, lavoro, lotta alle disuguaglianze e discriminazioni.

Chiediamo all’UE di superare lo stallo sull’adozione della tassa sulle transazioni finanziarie speculative per generare risorse fondate su una fiscalità giusta e da impiegare per la costruzione della pace e dello sviluppo sostenibile in Europa e nel mondo.

Accanto alle strategie di lungo periodo per il prossimo settennato, chiediamo progetti concreti di incontro tra cittadini e tra comunità, ad esempio rafforzando esperienze come l’Erasmus rendendolo accessibile a tutti.

NEL MONDO

Il pianeta terra è in pericolo a causa dello sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e delle scelte irresponsabili condotte dall’uomo nell’ultimo secolo, che hanno superato i limiti di sostenibilità planetaria, inasprito il divario tra Nord e Sud del mondo e rischiano di compromettere irrimediabilmente il futuro delle nuove generazioni.

Il mondo sia, invece, casa comune affidata alla cura attenta e responsabile di ogni suo abitante.  È necessaria e urgente una governance globale e una cooperazione armonica tra i popoli, secondo il principio “in varietate unitas”, coniato da Ernesto Teodoro Moneta, unico italiano Premio Nobel per la pace, nel 1907.

Ci impegniamo a uscire dalle gabbie culturali che descrivono l’uomo, vicino e lontano, come un nemico, superando ogni logica di contrapposizione, promuovendo la fraternità come dimensione costitutiva dell’umanità e una “cittadinanza multilivello” in cui ogni uomo sia concittadino del mondo.

Chiediamo alle organizzazioni internazionali e agli Stati politiche trasparenti di attuazione dell’Agenda 2030 e sostegno alle buone pratiche in tale direzione. Lo sviluppo umano integrale, in quanto rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani, sia la via per il reale progresso dell’intera umanità e per la costruzione della pace.

IL FUTURO HA BISOGNO DI PACE!

La pace è un sogno che si realizza se non rinunciamo al nostro contributo, personale e comunitario, alla sua costruzione, rispettiamo la vita in tutte le sue dimensioni, fasi ed espressioni, ricolleghiamo i diritti ai doveri, nell’ottica di un bene comune universale, ci informiamo sui fenomeni globali, consapevoli che occorre conoscere per amare, approfondiamo le cause dei conflitti superando maschere e slogan, riannodiamo i fili dell’appartenenza ad un’unica famiglia umana, e “lo stile della nostra vita diventa shalom, pace, salam”.

Ogni giorno è un buon giorno per “fare” la pace: everyday is for peace!

Assisi, 26 luglio 2019

Summer School “Building future on peace”

Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Focsiv, Istituto di diritto internazionale della pace G. Toniolo, Missio

* Foto di  tratta da Pixabay, immagine originale e licenza

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