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Libia, ultima occasione?

Libia, ultima occasione? "Nigrizia" guarda con speranza all'incontro dei vescovi del Mediterraneo

L’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, che riunirà i vescovi di Europa, Asia e Africa a Bari dal 19 al 23 febbraio, avrà uno stile sinodale e produrrà un documento finale forte e condiviso – grazie anche alla partecipazione di papa Francesco il 23 febbraio – che verrà diffuso in tutti i Paesi che affacciano sul Mediterraneo al fine di innescare un percorso di dialogo e cambiamento, nella speranza delle pace.

Guarda con ottimismo al grande evento, sollecitato dalla Conferenza episcopale italiana, l'editoriale di febbraio di Nigrizia, mensile missionario dei padri comboniani, preoccupato per la situazione in Libia, terra contesa tra grandi potenze straniere, più attente a metter mano sui giacimenti di petrolio e gas che a portare pace e benessere tra le popolazioni martoriate da anni di conflitto. Turchia e Russia in cerca di egemonia, Paesi europei terrorizzati dai flussi migratori, Unione africana assente e irrilevante… «Ancora una volta – denuncia Nigrizia – le decisioni sulle sorti di un Paese africano vengono dettate dall’esterno».

Su questo scenario, l’annuncio del meeting di Bari è accolto dai comboniani come una «Buona Notizia» in grado «di indicare una via d’uscita dal caos». «Si riuniscono i vescovi del Mediterraneo per camminare insieme, essere progetto della felicità di Dio nell’oggi (Beatitudini) e aprire una breccia nel muro che separa chi ha da chi non ha. 2.153 ricchi hanno un patrimonio superiore a quello di 4,6 miliardi di persone, secondo il rapporto Oxfam 2020. Un vero e proprio Sinodo del “grande lago di Tiberiade” come lo chiamava Giorgio La Pira, ideatore dei “colloqui mediterranei” per far incrociare pensiero e spirito in vista della pace autentica per un area da sempre teatro di incursioni e violenze». Secondo l’articolo sul tavolo di “Mediterraneo, frontiera di pace” non ci sono «spartizioni, ma il sogno concorde della testimonianza radicale del Vangelo che si traduce in accoglienza, dialogo, sviluppo sostenibile». Ad oggi, ammonisce Nigrizia, questo evento rappresenta l’«unica novità di rilievo sulle sponde del Mare Nostrum. Unica possibilità oggi di darci un presente nel segno della convivialità tra i popoli e della fratellanza universale».

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