
Esortazione "Querida Amazonia", si cambia! Il papa non decide, decidano le necessità
MADRID-ADISTA. Alt! Riavvolgiamo il nastro. Se nelle ultime 12 ore si è sparsa la voce che papa Francesco nella sua Esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia (la cui presentazione è prevista per domani alle 12) intende non ammettere all’ordinazione sacerdotle uomini degni di fede anche sposati (viri probati), malgrado fosse precisa richiesta del documento finale dell’assise panamazzonica (al punto 111), ora circolano voci in un certo senso contrarie. Se i primi sussurri erano dovuti a quel manipolo di vescovi statunitensi che il papa ha ricevuto in udienza il 10 febbraio, gli ultimi - riferisce Jesús Bastante su Religión Digital in una notizia messa in rete dopo le 11 di questa mattina - provengono da «alti ecclesiastici che hanno avuto l’opportunità di rivedere le ultime bozze dell’Esortazione».
«L'esortazione papale» - «salvo sorpresa maiuscola», mette le mani avanti Bastante - «non espliciterà l'approvazione dei sacerdoti sposati, ma assumerà tutte le proposte approvate, a maggioranza dei due terzi, nell'aula sinodale (il punto 111 ottenne 128 sì e 41 no, ndr). Senza la necessità che appaia regolato in nessun punto dell'esortazione, nel più puro stile di ciò che è accaduto in Amoris laetitia quando si riferiva alla comunione per divorziati risposati (come si ricorderà, la "porta aperta" apparve in un nota a piè di pagina, senza che questo potesse suppore la modifica della dottrina)».
In questo senso, Querida Amazonia, secondo Bastante, risponderebbe alla tesi “non chiedere il permesso per quello che non ne ha bisogno”, formulata dalla religiosa Alba Teresa Cediel durante il Sinodo panamazzonico Sinodo «risvegliando le coscienze di tutti» i padri sinodali: «quando il sacerdote non può essere presenti ed è necessario che ci sia un battesimo, battezziamo», ha raccontato suor Cediel; «se qualcuno vuole sposarsi, facciamo presenza e siamo testimoni di quell'amore, e molte volte dobbiamo ascoltare una confessione, non diamo l'assoluzione ma in fondo il nostro cuore dice: "Con l'umiltà con cui questo uomo o questa donna si avvicina a noi, a causa di malattia o quasi morte, crediamo che anche Dio Padre agisca lì».
*Un missionario con gli indigeni Tapuia, in una incisione di Johann Moritz Rugendas (1802–1858), tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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