
Giustizia in Vaticano: "Famiglia Cristiana" intervista Giuseppe Pignatone
L’occasione è l’apertura, il 15 febbraio, del nuovo anno giudiziario in Vaticano. È un’esclusiva di Famiglia Cristiana, da domani in edicola, la prima intervista all’ex Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, andato in pensione a maggio scorso al compimento dei 70 anni, nominato il 3 ottobre – primo magistrato italiano – presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Non più Pubblico ministero (in Vaticano si chiama “Promotore di giustizia”) che si occupa di indagini, chiarisce nell’intervista, bensì giudice che emette sentenze in uno Stato nuovo, con leggi nuove.
Anche la giustizia vaticana deve confrontarsi con i tempi che cambiano, con le nuove sfide e con la globalizzazione, ricorda Pignatone nell’intervista. Per questo, accanto all’ordinamento canonico, primo codice normativo che affonda le radici nella storia, «soprattutto con papa Francesco, lo Stato vaticano ha recepito, con proprie leggi, il contenuto delle convenzioni internazionali più importanti sottoscritte dalla Santa Sede, in materia di riciclaggio, corruzione, protezione dei minori, crimini contro l’umanità, terrorismo, con un impegno particolare a contrastare l’illegalità nel settore della finanza a livello internazionale». Non solo codici antichi, dunque, come si potrebbe immaginare pensando alla giustizia vaticana, ma anche «leggi modernissime anche tecnicamente, alcune più avanzate di quelle italiane».
Una nota sulla responsabilità di un magistrato tra Stato italiano e Vaticano: «Anche se qui i fatti da giudicare sono, per fortuna, pochissimo numerosi e meno gravi di tanti incontrati nella mia esperienza pregressa – conclude – la responsabilità non è minore, perché le sentenze si emettono in nome del Pontefice e perché quello che avviene in questo Stato piccolissimo ha rilevanza in tutto il mondo».
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