
Contenere l'epidemia: dopo il governo, anche la Cei prende posizione
In seguito al nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm), emanato ieri per contenere il più possibile l’epidemia di coronavirus e dare ossigeno alla sanità italiana sotto pressione, anche la Conferenza episcopale prende posizione e detta le sue regole per celebrazioni ed eventi ecclesiali.
Per quanto riguarda Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna la Cei, di concerto con il governo, invita ad evitare gli assembramenti di persone e chiede esplicitamente «che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe».
Per l’intero territorio nazionale, sempre al fine di evitare situazioni di affollamento che non garantiscono la distanza di sicurezza di un metro tra i partecipanti, il Dpcm sospende fino al 3 aprile manifestazioni, eventi, spettacoli, cinema e teatro. Il Decreto suggerisce inoltre alle persone anziane o affette da patologie croniche o immunodepresse di non frequentare luoghi affollati e comunque di uscire di casa se non per motivi di urgente necessità.
La Conferenza episcopale, dal canto suo, «ribadisce la possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima» in tutti i luoghi non considerati a rischio, assicurando comunque il rispetto delle indicazioni governative durante le attività pastorali e formative. «Le misure adottate – sottolineano i vescovi italiani – mettono in crisi le abituali dinamiche relazionali e sociali. La Chiesa che è in Italia condivide questa situazione di disagio e sofferenza del Paese e assume in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus. Attraverso i suoi sacerdoti e laici impegnati continua a tessere con fede, passione e pazienza il tessuto delle comunità. Assicura la vicinanza della preghiera a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari, al loro prezioso ed edificante servizio; a quanti sono preoccupati per le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavorativo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica».
* Foto di Jean Barbosa, tratta da Flickr. Immagine originale e licenza.
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