
Sorpresa: le tecnologie possono essere umanizzanti e salvifiche. Una riflessione di Enrico Peyretti
Il saggista Enrico Peyretti, “operaio del leggere e scrivere”, come si autodefinisce, ha voluto condividere la riflessione che gli ha suscitato il flshmob di ieri sera alle 21, quando, spente le luci delle case, gli abitanti affacciati alle finestre hanno acceso le torce dei loro telefonini cellulari. Di seguito la sua "lettera"-
Leggo che ieri sera alle 21, in quartieri tra loro lontani di Torino (Parella, Lingotto, Mirafiori; non mi risulta qui, quartiere S. Paolo), c'è stata la manifestazione di luci alle finestre, per essere visibili dal satellite (spente le luci di casa), con canti, applausi, a sostegno dei sanitari impegnati, e delle cassiere (dei supermercati, immagino).
Dunque, contrariamente a quel che dicono altri messaggi, la socialità non è interrotta dalla eccezionale costrizione domestica, ma si svolge per altre vie: i social invisibili (come il virus), onnipenetranti (come il virus), formicolanti (come era prima il movimento per le strade), universali (come il diritto di parola).
Le tecnologie finora di uso pratico, curioso, maniaco, esibizionistico, si rivelano, in questa situazione, umanizzanti, socializzanti, salvifiche (come già sui barconi dei migranti). Molti servizi dei telegiornali, istruttivi o toccanti, sono costituti da video, o da voci, tarsmesse dagli smartphone, dall'interno degli ambienti chiusi (ospedali o case).
La società di persone è una rete viva, come il nostro sistema arterioso: basta che ci sia un cuore che spinge il sangue vivo e lo faccia circolare per ogni via, a mantenere e sviluppare la vita.
Non è il paradiso, ma neppure l'inferno. Non disperare. Enrico
*Foto tratta da pxfere.com, immgaine originale e licenza
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