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Religione e Vangelo

Religione e Vangelo

Pubblichiamo, in una traduzione curata da Lorenzo Tommaselli, un articolo pubblicato il 22.03.2020 nel Blog del teologo José María Castillo all'interno del portale spagnolo di informazione religiosa Religión Digital (www.religiondigital.com)

 

 

Una delle cose che stanno emergendo con chiarezza in quest’enorme sventura che stiamo subendo - la pandemia di coronavirus - è la differenza tra la religione e il vangelo. Perché sono due cose molto diverse. E in alcune questioni di enorme importanza sono esperienze e pratiche contraddittorie. È dovuta venire una disgrazia così spaventosa come il coronavirus, perché molte persone comprendessero la differenza che c’è tra religione e vangelo.

Mi spiego. Una delle cose più ovvie che stiamo vedendo in questi giorni è che le manifestazioni pubbliche della religione (processioni, solenni cerimonie religiose, funzioni sacre nei templi, ecc.), sono un ostacolo e persino un pericolo. Mentre, al contrario (in alcuni casi e fino a pochi giorni fa) nella vita e nella convivenza quotidiana sentiamo la mancanza del fatto che sia più presente il vangelo, che è guarigione di malati, attenzione a quello di cui i più sfortunati di questo mondo hanno bisogno, coloro che sono in pericolo di morte e persino i defunti (mendicanti, anziani, emarginati, moribondi e persino morti).

E, se a tutto ciò si pensa con calma, ci rendiamo conto che sono stati gli «uomini di religione» a non poter tollerare il «vangelo di Gesù». E sono stati i sommi sacerdoti del tempio a condannare a morte Gesù, a costringere Ponzio Pilato a crocifiggerlo, a deridere Gesù nella sua agonia. E non sono stati tranquilli finché non lo hanno visto morto. È un fatto evidente: la «religione» non ha potuto convivere con il «vangelo».

Questo è comprensibile. Perché «religione» e «vangelo» sono mezzi o percorsi per cercare Dio. Ma sono mezzi o percorsi opposti. La «religione» è un insieme di convinzioni, norme e riti per tranquillizzare la coscienza. Il «vangelo» è un «modo di vivere» che mette tutto il suo interesse nel rimediare alla sofferenza di coloro che passano un brutto momento nella vita. E tutto ciò spiega perché la «religione» ha il suo centro nel «sacro», mentre il «vangelo» ha il suo centro nell’«umano».

E questo spiega perché secondo il «vangelo» Dio “si è incarnato”; cioè, Dio si è umanizzato”. Prima di tutto in Gesù di Nazaret. In maniera tale che lo stesso Gesù ha potuto dire all’apostolo Filippo: “Chi ha visto me, sta vedendo il Padre” (Gv 14,9). Ma non solo in Gesù. Dio è presente in ogni essere umano. Per questo motivo Dio stesso dirà a ciascuno nel giudizio finale: “Tutto quello che hai fatto a ognuno di questi, l’hai fatto a me” (Mt 25,40).

 

E la sostanza della questione sta in qualcosa che non ci entra in testa. Nella nostra più profonda intimità portiamo sempre domande che non trovano risposta. Molte volte fuggiamo da noi stessi o cerchiamo di fuggire, cercando soluzioni nel divertimento o nell’egoismo. Soluzioni sostitutive che durano poco. In realtà, restano le domande ed il vuoto. Ci sono anche quelli che cercano una risposta nella religione. Ma i riti religiosi sono azioni che, a causa del rigore dell’osservanza delle norme, finiscono per costituirsi in un fine in sé. Per cui non risolvono il problema e non vanno da nessuna parte. E infine: quando centriamo la nostra vita sull’«ethos», sulla condotta della rettitudine e della bontà, sul progetto di vita che ci umanizza, ci rende persone oneste e buone, allora abbiamo trovato il VANGELO.

E con il «progetto di vita», che umanizza le nostre vite, contagiamo felicità e saremo felici, anche sopportando le pandemie che potrebbero invaderci.

Che enorme equivoco è stato commesso nella Chiesa quando con il passar degli anni il VANGELO ha finito per fondersi e confondersi con la RELIGIONE!

 

 

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