Coronavirus, tra dolore e speranze: due metafore
Il Dolore del Parto e la Quarantesima
Due metafore per aiutarci a vivere questo doloroso tempo del coronavirus con speranza
Cara umanità, care creature tutte,
stiamo vivendo un tempo reso doloroso dalla pandemia del coronavirus. Un periodo duro, difficile e drammatico per tutte le persone umane di questo pianeta terra. Una croce che passa da un Paese all'altro e che mette la corona di spine sulla testa di tutti gli uomini e le donne di ogni parte del mondo, senza distinzione fino agli estremi confini della terra.
Quanta sofferenza, quanto dolore e quanta preoccupazione stanno affliggendo le creature umane. Una pandemia che unisce tutti e tutte da un estremo all'altro del pianeta.
Si tratta di una realtà drammatica resa visibile e quotidiana, mediante i mezzi di comunicazione di massa e i social network globali, anche a tutti coloro che non portano sulla propria pelle l'infezione dal COVID-19. Unendo così tutti i popoli in una stessa casa, con i colori della solidarietà e fratellanza, dove i confini, i muri, i razzismi e i pregiudizi sono stati sgretolati dalla forza di un virus. Una grande connessione globale demarcata solamente dai colori delle bandiere che rappresentano le diversità nell'unità planetaria. Facendo incontrare nello stesso Tempio tutte le confessioni cristiane e le diverse religioni per unirsi nella preghiera.
Ma è anche una realtà che svela la punta di un iceberg, fatto da tante altre situazioni locali e globali di sofferenza e di dolore che poco sono state comunicate ed evidenziate dai mass media, come le guerre dimenticate, i disastri ambientali nascosti e le tante e gravi ferite inflitte sulla madre terra e sulle sue creature.
Come vivere questo tempo di pandemia? Per non cascare in una depressione mondiale, per non dare voce ai profeti di sventura che osano parlare di castigo di Dio, per eliminare la tentazione della caccia alle streghe o del capro espiatorio, per non rassegnarci ancora una volta al primato del male.
Due metafore ci possono aiutare in questo tempo per intravedere la luce alla fine del tunnel, per far emergere la speranza sotto il peso della croce, per imparare la saggezza del seme che deve morire per dar frutto, per cogliere gli impegni della liberazione dal male per il primato del bene, per cambiare rotta al destino autodistruttivo dell'umanità e della madre terra.
Traggo la prima metafora dall'esperienza di tutta l'umanità: il Dolore del Parto e non della morte. La mamma lo sa molto bene quanto sono forti i dolori del parto ma quanta gioia nel vedere e abbracciare la nuova creatura. E quindi non viviamo questo periodo come se fosse il dolore della morte che spegne la vita per sempre e genera solo tristezza; ma come il dolore del parto che genera maggiore vita e grande gioia.
La seconda appartiene al mondo religioso: la chiamo "Quarantesima" perché unisce la quarantena insieme con la quaresima. È un tempo che ci costringe a fermarci, a stare a casa, a mettere in pratica il digiuno dalle relazioni umane e da tante altre cose; ma è una astinenza che ha come obiettivo liberarci dal male. La quaresima è un tempo forte che ha come traguardo non il venerdì santo della croce ma la domenica di Pasqua che è sorgente viva di liberazione, di vita nuova e di inesauribile gioia. Trasformiamo quindi questo tempo in Quarantesima, capace di generare Pasqua sul pianeta terra: l'esplosione di vita che fa accadere la primavera dopo l'inverno dove tutto sembrava morto.
Lasciamoci quindi condurre da queste due metafore in questo tempo doloroso del coronavirus. Il dolore del Parto e la Quarantesima possono diffondere un'altra pandemia: la solidarietà intelligente capace di generare fratellanza cosmica.
Crediamoci! Possiamo ancora una volta alzare la bandiera della liberazione mediante la nostra mano che costruisce oggi le fondamenta per un'altra umanità e per un altro modo possibile, resi concreti domani dal nostro credo e dalle nostre mani in pasta durante questo tempo, diventato prezioso come l'operato della terra che fa sbocciare il seme marcito fino a renderlo un grande albero.
Allora, torneremo sulle nostre finestre e sui nostri balconi a cantare il primato del bene e dell'amore su tutti i virus che tentano di spegnere la nostra speranza e la nostra lotta per un domani migliore.
Allora, continueremo a collegarci via Whatsapp, Skype e Zoom, da una parte all'altra del mondo, per condividere tutte le belle e importanti iniziative e impegni concreti da ogni canto del mondo, a beneficio della vita in pienezza per tutte le creature di questa nostra sorella e madre terra.
N.B. Per aiutarci a vivere questo tempo, lasciandoci guidare dalle due metafore, ho preparato dei piccoli video, di 2 o 3 minuti, pubblicati su YouTube, condividendo pensieri generatori di vita nuova e gocce di impegni di liberazione. Continuerò a farne altri e a pubblicarli. Hanno come titolo: NSDV e COVID - Adri 1. Seguendo poi la numerazione con il 2, 3 ecc. Li potete trovare anche sul mio blog: www.contemplazionemissione.org
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