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La pandemia avrà un rimedio quando prenderemo sul serio le autorità competenti

L'articolo che segue è stato pubblicato il 2 settembre.2020 sul portale di informazione religiosa Religión Digital (www.religiondigital.com).

L'articolo originale è consultabile a questo link.

La traduzione è a cura di Lorenzo Tommaselli

 

Le notizie che ci giungono sulla pandemia di coronavirus sono sempre più preoccupanti. Cosa ci sta succedendo? Non sono un medico e non so nulla delle scienze e delle tecniche che possono porre rimedio a quest’epidemia globale. Ho dedicato la mia vita alla religione ed ai saperi ad essa correlati. Si può dire qualcosa di importante a partire da questo punto di vista? Certamente si può (e si deve) affermare qualcosa che può essere - e sarà - decisivo.

Molte persone non si rendono conto che il potere e la conseguente sottomissione al potere, tutto questo non sta cambiando, è cambiato. Il nostro rapporto con il potere non è più quello di prima. Non è possibile fissare una data che ci indichi quando questo sia successo. Ciò che conta è che sia successo.

Cos’è successo? Detto in breve, il fatto principale è che il potere, che prevale e comanda nel mondo, è cambiato. Non si impone più il “potere oppressore”, ma comanda il “potere seduttore”. Questo è stato il capolavoro del sistema capitalista neoliberista. E i cittadini lo avvertono in modo sensibile davanti alla televisione: nella società, soprattutto nelle giovani generazioni, ha più potere la seduzione di una modella o l’attrattiva di una nuova invenzione che ci piace rispetto all’ordine che un governante può dare o alla minaccia di un poliziotto. Ecco perché la “critica della verticalità” è così devastante, come è stato analizzato da Peter Slotertijk, noto professore dell’Università di Karlsruhe.

Tutto ciò ha ripercussioni nella quotidianità della vita di ogni giorno. La pandemia avrà un rimedio non quando avremo il vaccino annunciato, ma quando prenderemo sul serio ciò che decidono le autorità competenti in questa questione.

Una questione che mi fa molto riflettere. Perché tutto questo è molto legato a ciò che mi preoccupa. Che è esattamente la differenza che contraddistingue la Religione dal Vangelo. La religione è esattamente un insieme di “rituali di sottomissione” (Walter Burkert) che tranquillizzano la coscienza e alleviano i sensi di colpa. Ma proprio per questo, man mano che il “potere oppressore” è andato perdendo forza, nella stessa misura la religione è andata perdendo presenza, credibilità e autorità.

Ed proprio per questo, come dicono i Vangeli, sono stati i sacerdoti del tempio a non aver sopportato Gesù. Gli “uomini di religione” hanno rappresentato proprio il “potere oppressore”, mentre al contrario per quelle persone semplici Gesù e il suo Vangelo sono stati la presenza tangibile del “potere seduttore”. Gesù curava i malati, dava da mangiare agli affamati, accoglieva i peccatori, difendeva le donne, si è fuso e confuso con il popolo. Non c’è da stupirsi che i capi del Sinedrio temessero che sarebbero andati tutti con Gesù (Gv 11,48). E per questo hanno deciso di ucciderlo (Gv 11, 52-53).

Ma non è stata solo la seduzione della salute e del denaro. È successo qualcosa di più sorprendente. Mi riferisco alla forza strana e misteriosa che nei racconti evangelici ha la chiamata di Gesù alla “sequela”. Se guardiamo da vicino il contenuto di questi racconti, presto ci si rende conto che la chiamata è Gesù stesso. E solo Gesù. O come ha detto Dietrich Bonhoeffer, tutte le sicurezze della vita si trovano e si hanno in Gesù. Di modo che, quando Gesù chiama qualcuno a seguirlo, non presenta un programma di vita, un ideale, uno scopo. Neanche alcune condizioni. Nulla. “Seguimi”. Questo è tutto.

Se ci si rende conto di questo e si vive, il resto si deve vivere ed organizzare secondo il tempo e secondo la cultura in cui si svolge. Per questo - e solo per questo - la Chiesa ha sempre avuto un sistema organizzativo che si deve adeguare e praticare secondo le esigenze della “sequela di Gesù”. Per essere sempre fedeli a tali esigenze.

Detto ciò, quello che non capisco proprio dell’organizzazione della Chiesa è che i leader (i vescovi, il clero) si dedicano alla gestione di questa Chiesa in modo che spesso in essa si fa in modo che il potere, i privilegi ed il denaro siano la cosa più importante. E con questo hanno ottenuto che, per avere privilegi e denaro, stanno tacendo su ciò di cui non dovrebbero tacere, stanno approfittando per essere importanti, quando in realtà non lo sono, e soprattutto sono abbastanza responsabili del crollo della poca religiosità che resta. 

Può questa Chiesa avere o rendere presente nella società odierna il “potere seduttore” che ha avuto Gesù nel suo popolo e nel suo tempo? I nostri vescovi possono dire alla gente, specialmente ai giovani, ciò che Gesù ha detto a lavoratori e peccatori: “Seguimi”?      

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