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Stoccaggio dei rifiuti radioattivi: il WWF chiede trasparenza e garanzie

Stoccaggio dei rifiuti radioattivi: il WWF chiede trasparenza e garanzie

Il WWF interviene sulla questione dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi chiedendo «trasparenza, partecipazione e garanzia di controlli adeguati». In un comunicato del 5 gennaio che «proprio le scorie che l’energia nucleare produce inevitabilmente, nel suo ciclo, furono tra i principali motivi del rifiuto dell’energia nucleare stessa» espresso dagli italiani con il referendum di 30 anni fa e con quello di quasi 10 anni fa. A partire da quella scelta, «si avvia oggi il percorso che dovrebbe individuare la sede del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi», «pesante eredità di un passato ormai remoto» che «richiede soluzioni che garantiscano la salute e l’ambiente: alcuni secoli per le scorie di II categoria, e alcune centinaia di migliaia di anni per i rifiuti di III categoria».

«Posto che il trattamento sicuro delle scorie, come quelle di III categoria, non ha trovato una soluzione definitiva in nessuna parte del mondo a causa dell’impossibilità tecnica di garantire il mantenimento di condizioni di sicurezza adeguate proprio per i tempi plurimillenari necessari connessi al decadimento di tali scorie, ci saremmo aspettati – continua critico il WWF – la presentazione di un ventaglio di soluzioni meglio argomentate da differenti scenari e criteri:  la fiducia dei cittadini, fondamentale ancor più su un tema tanto sensibile, si conquista solo con un reale processo di partecipazione delle comunità locali, vale a dire mettendo a nudo i rischi (anche quelli del non fare nulla), le misure di sicurezza, le modalità per affrontare la gestione con il massimo rigore e con i massimi livelli di garanzia sanitaria e ambientale, accettando il fondamentale principio di reversibilità nel caso la situazione subisca modificazioni. Il WWF ritiene che la mera presentazione di un elenco così vasto potrebbe non facilitare una discussione di merito, se non si porrà rimedio nelle prossime fasi». 

Non bisogna dimenticare, conclude il comunicato del WWF, che «l’aspetto di maggiore rischio radiologico è rappresentato dallo smantellamento delle centrali e degli impianti esistenti per garantire il rigoroso rispetto delle normative in materia di protezione sanitaria. In conclusione, il tema della sistemazione finale delle scorie nucleari italiane richiede molta cautela e molta trasparenza e coinvolgimento partecipativo delle popolazioni e degli enti locali. Nessuno sarà mai felice di convivere con il sito o più siti nazionale/i, ma un’adeguata informazione e garanzie di controllo sono comunque il minimo che ci si deve aspettare in un Paese civile».

*Foto di 2396521 da Pixabay 

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