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Notizie di stragi e migrazioni forzate: prosegue il conflitto del Tigray

Notizie di stragi e migrazioni forzate: prosegue il conflitto del Tigray

Sul conflitto nella regione etiope settentrionale del Tigray permane lo stato di oscuramento mediatico e comunicativo imposto dal governo centrale del presidente Abiy Ahmed Ali. La guerra tra Addis Abeba e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (Tplf) – iniziata il 4 novembre scorso, prosegue senza tregua nonostante la conclusione “formale” il 28 novembre con l’invasione di Macallè – continua a rimanere avvolta nel silenzio, con poche notizie disponibili, per lo più riconducibili a social network e testimonianze rilasciate dagli sfollati in fuga dal conflitto.

Stime non ufficiali parlano di circa 2 milioni di sfollati, 60mila emigrati nei campi profughi del vicino Sudan, 4 milioni di cittadini privi di assistenza e 2 milioni di bambini a rischio alimentare, reiterati bombardamenti di ospedali, sequestri, stupri, esecuzioni sommarie, stragi di civili a sfondo etnico, ecc. Tanto che l’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, ha lanciato l’allarme su possibili «violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, il deliberato attacco ai civili, le esecuzioni extragiudiziali e i saccheggi diffusi».

Notizie di stragi

L’ultima notizia, terribile, riporta il massacro di circa 750 persone nella città santa di Axum ad opera dell’esercito federale e delle truppe alleate di etnia amhara. Le vittime sarebbero fedeli radunati al tempio ortodosso di Nostra Signora Maria di Sion il quale, secondo un’antica leggenda, accoglierebbe l’Arca dell’Alleanza, la cassa di legno e oro nella quale si racconta siano riposte le tavole con i dieci comandamenti dettati a Mosè sul monte Sinai direttamente da Dio. i condizionali sono d’obbligo perché dell’esistenza o dell’originalità dell’Arca e delle Tavole che contiene nessuno ha prove certe. È infatti protetta da ben sette serrature e non può essere visitata mai da nessun essere umano, ad eccezione del monaco custode. Ed è proprio per proteggere l’Arca - pare che i soldati amhara, nemici storici dei tigrini, la volessero spostare ad Addis Abeba - che 750 cristiani sarebbero stati trucidati.

La strage dei fedeli che difendevano l’arca ad Axum «è stata confermata da diversi testimoni», sottolinea Avvenire l’11 gennaio, che poi aggiunge: «Confermato che anche uno dei luoghi sacri dell’islam etiope, la moschea Nejashi a Wukro, costruita dai compagni di Maometto, è stata colpita e danneggiata. Dal Sudan, dove 60mila i tigrini sono fuggiti dal conflitto nei campi profughi, arrivano conferme della lunga catena di orrori. Dai sequestri di massa, alle torture, agli stupri e agli omicidi etnici di civili. In rete è stata pubblicata una lista di 400 vittime tigrine ammazzate dagli etiopi».

In fuga dall’orrore

Un appello al governo etiope a dimostrare solidarietà nei confronti delle vittime e dei rifugiati tigrini in fuga dalla guerra è stato diffuso dal card. Berhaneyesus Souraphiel (arcivescovo di Addis Abeba e presidente della Conferenza episcopale etiope), in occasione del Natale che i cristiani copti etiopi celebrano nella notte tra il 6 e il 7 gennaio.

Nel suo messaggio il cardinale ha invitato i fedeli d’etiopia a «vivere insieme come fratelli e sorelle nonostante razza, tribù, colore, sesso ed età e inoltre, come una famiglia, a sostenersi e aiutarsi a vicenda come una cosa sola». Il cardinale ha poi ricordato alle autorità del Paese il rispetto della Costituzione e il dovere a tutelare la vita e i diritti delle persone. «Tutto quello che accade ogni giorno nel nostro Paese, le grida e la sofferenza di molti, lo sfollamento, la morte di persone create a immagine e somiglianza di Dio, deve finire», ha concluso il cardinale. (giampaolo petrucci)

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