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Cancellazione del debito ai Paesi poveri e solidarietà vaccinale: il papa richiama al bene comune le istituzioni finanziarie

Cancellazione del debito ai Paesi poveri e solidarietà vaccinale: il papa richiama al bene comune le istituzioni finanziarie

«Il denaro pubblico non può mai essere svincolato dal bene pubblico» e «i mercati finanziari devono essere sostenuti da leggi e regolamenti progettati per garantire che funzionino effettivamente per il bene comune». Questo il monito di papa Francesco in una lettera indirizzata «ai partecipanti agli incontri della Primavera 2021 del Gruppo Bancario Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale». Agli incontri, virtuali come furono quelli dell’anno scorso a motivo della pandemia e si svolgono a Washington dal 5 all’11 aprile, è presente il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero della Santa Sede per la Promozione Sviluppo integrale, che si è fatto latore della missiva pontificia.

Nell’anno in cui, a seguito della pandemia di Covid-19, il mondo è stato costretto ad affrontare una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e interconnesse, il papa augura ai presenti che le discussioni cui stanno partecipando «contribuiscano a un modello di "ripresa" capace di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili a sostegno dell'economia reale, aiutando gli individui e le comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale. La nozione di ripresa non può accontentarsi di un ritorno a un modello di vita economica e sociale ineguale e insostenibile, in cui una minuscola minoranza della popolazione mondiale possiede metà della ricchezza».

Sebbene molti Paesi stiano ora consolidando i loro piani di ripresa individuali, «c'è ancora un urgente bisogno – argomenta Francesco – di un piano globale che possa creare nuove istituzioni o rigenerare quelle esistenti, in particolare quelle di governance globale, e che aiuti a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per far avanzare il sviluppo umano integrale di tutti i popoli. Ciò significa necessariamente dare alle nazioni più povere e meno sviluppate una partecipazione effettiva al processo decisionale e facilitare l'accesso al mercato internazionale. Uno spirito di solidarietà globale richiede, come minimo, anche una riduzione significativa del peso del debito delle nazioni più povere, aggravato dalla pandemia. Ridurre l'onere del debito di così tanti Paesi e comunità oggi, è un gesto profondamente umano che può aiutare le persone a svilupparsi, a avere accesso ai vaccini, alla salute, all’educazione e al lavoro».

Non possiamo ignorare, seguita la Lettera, «un altro tipo di debito: il "debito ecologico" che esiste soprattutto tra il nord e il sud del mondo. In effetti, siamo debitori alla natura stessa, così come alle persone e ai Paesi colpiti dal degrado ecologico indotto dall'uomo e dalla perdita di biodiversità. A questo proposito, credo che l'industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si dimostrerà capace di sviluppare meccanismi agili per calcolare questo debito ecologico, in modo che i Paesi sviluppati possano pagarlo, non solo limitando in modo significativo il loro consumo di non-energia rinnovabile o aiutando i Paesi più poveri ad attuare politiche e programmi di sviluppo sostenibile».

«Fondamentale per uno sviluppo equo e integrato», osserva il pontefice, «è un profondo apprezzamento dell’obiettivo e del fine essenziali di tutta la vita economica, cioè il bene comune universale. Ne consegue che il denaro pubblico non può mai essere svincolato dal bene pubblico e che i mercati finanziari devono essere sostenuti da leggi e regolamenti progettati per garantire che funzionino effettivamente per il bene comune. L'impegno per la solidarietà economica, finanziaria e sociale implica quindi molto di più che impegnarsi in sporadici atti di generosità».

«È tempo di riconoscere che i mercati, in particolare quelli finanziari, non si governano da soli», sottolinea il papa: «I mercati devono essere sostenuti da leggi e regolamenti che assicurino che funzionino per il bene comune, assicurando che la finanza – piuttosto che essere semplicemente speculativa o autofinanziata – lavori per obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell'attuale emergenza sanitaria. In questo senso, abbiamo soprattutto bisogno di una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, poiché non possiamo permettere che la legge del mercato prevalga sulla legge dell'amore e della salute per tutti. In questo senso, ribadisco – conclude papa Francesco ricordando il suo Messaggio Urbi et Orbi del Natale 2020 – il mio appello ai capi di governo, alle aziende e alle organizzazioni internazionali a collaborare nella fornitura di vaccini per tutti, soprattutto per i più vulnerabili e bisognosi».

*Foto tratta da Piqsels.com, immagine originale e licenza

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