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Cosa abbiamo in Comune

Cosa abbiamo in Comune

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 19 del 22/05/2021

I CRITICATI SOCIAL, UTILI PER I CITTADINI

«Il percorso si presenta ancora lungo affinché si realizzi una totale integrazione dei nuovi strumenti nell’ambito della comunicazione istituzionale pubblica, ma i segnali sono positivi e soprattutto tante sono le iniziative in questo senso». È il positivo commento su quanto è stato fatto da sindaci e amministratori durante i mesi di pandemia, di Patrizia Minnelli, responsabile marketing e pubbliche relazioni dell’Anci, nell’articolo (https://bit.ly/3xQKony) su “comunicazione istituzionale che viaggia attraverso i social”. «Le regole della comunicazione cambiano rispetto a quelle dell’ufficio stampa tradizionale», scrive. «Resta fermo l’obiettivo: «costruire un dialogo continuativo con l’utente, basato sulla trasparenza e sulla tempestività di risposta. Non è solo questione d’informazione. Si tratta prima di ogni cosa di costruire un processo democratico e partecipativo, che diventa possibile grazie a un uso virtuoso dei social network». Ed è ciò che si sta facendo, in diversa misura, nei giorni della pandemia, durante i quali ai cittadini non solo sono state offerte in rete «notizie affidabili, ma hanno anche usato gli strumenti digitali per esprimere vicinanza. Attraverso i social, il sindaco ha potuto dare maggiore rilievo alle misure che impattano direttamente sulla vita del proprio Comune, fornire esempi concreti degli effetti delle disposizioni governative senza dimenticare di adottare un linguaggio vicino alle persone». Non ultimo, «i sindaci hanno usato i social media per prevenire la diffusione dello stigma sociale verso le persone contagiate in favore di un più costruttivo spirito di comunità: andrà tutto bene solo se saremo uniti nella distanza». Ma c’è un ma: la «doppia velocità», la frattura tra la popolazione in grado di utilizzare queste tecnologie e quella che ne rimane esclusa, «una grave discriminazione per l’uguaglianza dei diritti esercitabili online con l’avvento della società digitale. Il divario digitale quindi è sempre più causa di divario socio-economico e culturale, a cui l’apparato pubblico deve porre rimedio attraverso Piani di sviluppo a livello nazionale». Conclusione più che condivisibile, anzi auspicabile: «La comunicazione delle amministrazioni pubbliche può diventare leva del cambiamento: deve supportare l’innovazione e, ovviamente, raccontarla, metterla a portata di cittadino».

LABORATORI URBANI: LAVORI IN CORSO

«Economia circolare, città dei 15 minuti e distretti energetici positivi sono i principali orientamenti strategici che caratterizzeranno le prossime trasformazioni urbane»: lo scrive Maria Beatrice Andreucci (architetto, economista; Ph.D. Doctor Europaeus e, tra l’altro, rappresentante italiano nei programmi di ricerca Horizon 2020 COST Cooperation in Science and Technology “Positive Energy District European Network”) sul Giornale dell’Architettura, in un articolo (https://bit.ly/-3vE7FXT) in cui lancia una sfida quanto mai oggi impegnativa: «La vasta casistica di eco-quartieri che caratterizza l’Antropocene – scrive Antonucci – impedisce standardizzazioni e semplificazioni anche nella narrazione. Tali realizzazioni vanno pertanto considerate veri e propri laboratori urbani, i cui risultati incoraggiano non soltanto il perseguimento degli obiettivi a medio e lungo termine di sviluppo sostenibile nel riequilibrio ambientale, ma anche la ricerca quotidiana di salute, benessere e inclusione». Saggio ammonimento che, speriamo, in nostri amministratori, presenti e futuri, prendano sul serio.  

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