Nessun articolo nel carrello

Una sentenza che può aprire spiragli di laicità

Una sentenza che può aprire spiragli di laicità

Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 25/09/2021

La battaglia durata 13 anni di Franco Coppoli – docente in un istituto superiore di Terni che si è visto annullare la sanzione disciplinare impostagli nel 2008: un mese di sospensione senza stipendio per aver rimosso il crocifisso dall’aula dove insegnava – l'abbiamo seguita per oltre 10 anni in contatto diretto con lui come Comitato Nazionale Scuola e Costituzione e Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica. Lo scoglio, a nostro avviso, era il comportamento di quei capi d'istituto che acquistavano e distribuivano i crocefissi nelle classi (vedi casi analoghi a Verona, Ferrara, ecc.) basandosi sul regio decreto n. 965 del 1924, in particolare all'art. 118: «Ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l'immagine del crocifisso e il ritratto del Re».

Franco Coppoli ha tenuto duro. Quella della Cassazione è l’ultima sentenza di una lunga serie di pronunciamenti, italiani e europei, sulla questione. Tra tutte, quella della Grand Chambre (l’organismo a cui ricorrere contro le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo) del 18 marzo 2011, che aveva sostenuto non ci fossero elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.

Il merito della sentenza della Cassazione sta nell'aver sgomberato il campo dall'“obbligo del crocefisso” sollevato nel ricorso, un obbligo voluto nel vigore di una norma non sostenuta dalla Costituzione. Cito alcuni significativi passi della recente sentenza: «Il non obbligo non si traduce in un divieto di esposizione del crocefisso, esso pertanto può legittimamente essere esposto allorquando la comunità scolastica valuti e decida in autonomia di esporlo, nel rispetto e nella salvaguardia delle convinzioni di tutti, affiancando al crocefisso, in caso di richiesta, gli altri simboli delle fedi religiose presenti all'interno della stessa comunità scolastica e ricercando "un ragionevole accomodamento" che consenta di favorire la convivenza delle pluralità». E ancora: «Nessuna tradizione storica prevede la presenza del crocefisso nelle aule e nei tribunali». La Corte di Cassazione precisa che imporre il crocefisso in un ufficio pubblico è in contrasto con la Costituzione. Ecco che così il cerchio si chiude. Gli elementi che in questi lunghi anni ci hanno accompagnato sono laicità e pluralismo, in lotta contro il mantenimento di un obbligo nato dal Concordato fascista del 1929 (e dall'intrusione della presenza dell'Irc nelle scuole col Nuovo Concordato del 1985). Gran parte del popolo italiano ha piegato la testa al potere religioso, garanzia di accoglienza nel prossimo altro mondo. La sentenza della Corte di Cassazione per la prima volta mette sullo stesso piano la libertà di scelta al di fuori di ogni vincolo religioso legato esclusivamente al cattolicesimo. Resta comunque, in alternativa, la legittimità dell'esposizione del crocefisso se deliberata dagli organi collegiali della scuola con proposte autonome.

Ora il problema sarà: appendere o non appendere il crocefisso nelle aule?

La sentenza parla di "accomodamento ragionevole" tra le parti, come dire che – una volta stabilito il non obbligo – vanno messi in atto processi di confronto tra sostenitori del crocifisso e atei o appartenenti ad altre fedi religiose... Ci saranno quindi votazioni con maggioranze e minoranze? Questa può essere una delle prospettive. Solo stemperata dalla possibilità, prefigurata dalla sentenza, che al crocifisso si possano aggiungere altri simboli religiosi che “accontentino” i seguaci di altre fedi (ma allora, gli atei e gli agnostici quale simbolo potrebbero esporre?). Certo, la presa di posizione della Corte ha ormai definitivamente scardinato il concetto di "obbligo" del crocifisso, ma è piuttosto reticente a pronunciarsi in modo chiaro sulla sua presenza. In prospettiva, la sentenza può però supportare altre battaglie di laicità. Ad esempio, quella sull'Insegnamento della Religione Cattolica, che non è una disciplina formalmente obbligatoria, ma resta inserita nell'orario curricolare (obbligatorio!) delle scuole di ogni ordine e grado.

Già insegnante di Lettere, Antonia Sani è da decenni impegnata sui temi della laicità della scuola pubblica statale. È stata coordinatrice dell’associazione nazionale “Per la scuola della Repubblica”, di cui è ancora tra le animatrici; è stata presidente di WILPF Italia (Women's International League for Peace and Freedom).

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.