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L’Italia allo shopping di droni kamikaze in Israele

L’Italia allo shopping di droni kamikaze in Israele

Il seguente articolo è stato pubblicato il 6 novembre su blog di Antonio Mazzeo.

Le forze armate italiane fanno shopping di micidiali droni kamikaze in Israele. Entro un paio di giorni il Parlamento italiano darà l’ok all’acquisizione di velivoli senza pilota di ridotte dimensioni che al posto di telecamere e visori imbarcano bombe ed esplosivi. Avvistato l’obiettivo da colpire, distruggere e uccidere, i droni si lanciano in picchiata e si fanno esplodere al momento dell’impatto.

La notizia sull’ennesimo folle progetto bellicista del governo e delle autorità militari è stata data da Milex, l’Osservatorio sulle spese militari promosso dal giornalista Enrico Piovesana e dal coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo, Francesco Vignarca. Il costo complessivo del programma è stimato in 3,878 milioni di euro in cinque anni, ma il ministero della Difesa ha voluto precisare che in sede di negoziazione del contratto “sarà ritenuta ammissibile una deviazione negli oneri del 10%”. Come dire che alla fine, se tutto andrà bene, i contribuenti italiani si faranno carico di 4,266 milioni di euro.

Il decreto ministeriale di approvazione del piano di acquisizione dei droni kamikaze è stato assegnato alle due Camere lo scorso 22 settembre; il termine massimo per ottenere il parere da parte delle Commissioni difesa di Camera e Senato è stato fissato per lunedì 15 novembre. Nell’atto di governo, si è scelto di indicare il nuovo sistema d’arma con il termine tecnico di munizioni a guida remota (Loitering Ammunitions), ma come spiega Milex, si tratta nei fatti di “piccoli droni armati, dotati di una testata esplosiva, che possono essere teleguidati contro l’obiettivo, anche a decine di chilometri di distanza”.

“Sono letali, precisi, rapidi e sicuri come i droni armati normali perché possono centrare bersagli fissi o anche in rapido movimento senza la necessità di truppe a terra e senza bisogno di aspettare il supporto aereo di elicotteri da attacco o cacciabombardieri esposti al fuoco nemico”, aggiunge l’Osservatorio sulle spese militari. “Questi droni, tuttavia, sono decisamente più versatili perché possono essere trasportati, lanciati e manovrati direttamente da piccole unità isolate di incursori. Ecco dunque perché vengono ritenuti un vero e proprio game changer per imprimere una svolta nella tattica militare e soprattutto abbassare di molto l’asticella delle remore all’uso della forza letale. Tanto più se viene fornita a forze speciali che conducono operazioni segrete”.

E’ lo Stato Maggiore della Difesa a specificare a quali reparti saranno affidati i nuovi droni kamikaze. Si tratta delle Forze speciali di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri: rispettivamente il 9° Reggimento d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, il Gruppo Operativo Incursori del COMSUBIN, il 17° Stormo Incursori e il GIS - Gruppo Intervento Speciale. Dipendono tutti dal Cofs, il Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali, costituito il 1° dicembre 2004 all’interno dell’aeroporto di Centocelle, Roma. Continua in: http://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2021/11/litalia-allo-shopping-di-droni-kamikaze.html 

 

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