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Bonini su Famiglia Cristiana:

Bonini su Famiglia Cristiana: " Se Meloni rinuncia agli estremismi si apre una fase interessante

«Indubbiamente se Giorgia Meloni vuole avere quel futuro politico che l’anagrafe le consente, dovrà sintonizzarsi in maniera efficace sulla questione della Nato e dell’Unione europea. Se riuscirà a farlo senza cavalcare le istanze radicali di una destra anti-europea e sovranista, allora si apre una fase interessante». Così Francesco Bonini, politologo e rettore della Lumsa, intervistato da Famiglia Cristiana sul numero uscito in edicola il 29 settembre scorso.

«Meloni finora si è mossa in maniera molto accorta sul crinale euroatlantico, che è il vero nodo, come dimostra la vicenda della guerra. Del resto il segretario di Fratelli d’Italia guida una delle forze politiche pienamente inserite nel contesto europeo, anche se non fa parte della cosiddetta maggioranza Ursula». «Certamente, una destra radicale in Europa non ci porta da nessuna parte. Una destra conservatrice, invece, potrebbe dare qualche segnale di evoluzione del Paese. La partita è del tutto aperta e credo che tutto il mondo ci guardi».

«Il dato dell’astensionismo è molto significativo», commenta il politologo Francesco Bonini, rettore della Lumsa. «Vuol dire che c’è un numero significativo di elettori che non si sono sentiti rappresentati dall’offerta dei vari partiti. E infatti nessuna forza politica arriva alla soglia del 30%, la soglia che qualifica una forza politica consistente. Significa che la situazione è estremamente frammentata. In questo momento credo che sia fondamentale che ci siano voci autorevoli del mondo cattolico che ricordino le priorità che abbiamo noi cittadini, a cominciare dai valori di equità, rispetto della persona in ogni sua forma, lavoro e giustizia sociale ricordati da papa Francesco e dalla Conferenza episcopale italiana. In una parola si tratta concretamente di dare gambe a ciò che è nella dottrina sociale della Chiesa».

Rispetto al voto dei cattolici, Bonini sottolinea che «è dimostrato che i cattolici votano o non votano come la generalità degli italiani. Dunque c’è una progressiva disattenzione rispetto alla politica. Un dato che va oltre i confini nazionali. Basta guardare alla Francia. Noi italiani stiamo addirittura ancora un po’ meglio rispetto ad altri Paesi vicini, anche se la partecipazione al voto italiana è sempre stata storicamente molto alta».

 

 

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