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Etiopia: a Macallè colloqui «fruttuosi»

Etiopia: a Macallè colloqui «fruttuosi»

Un approfondimento a firma di Massimo Zaurrini, pubblicato sul sito della rivista Africa dei padri bianchi, affronta lo «storico dialogo» sulla tregua tra governo etiope e ribelli secessionisti tigrini, che prevede il disarmo del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf), il ritiro dell’esercito eritreo, entrato nel contenzioso a fianco del vicino etiope, e il ripristino delle istituzioni e delle infrastrutture danneggiate da parte di Addis Abeba. I colloqui si sono tenuti a Macallè (capitale del Tigray) lunedì scorso, segnala l’autore del focus, ma i dettagli dei colloqui non sono stati ancora rivelati. Dichiarazioni distensive da parte dei leader del Tplf: «Sono state tenute discussioni fruttuose ed è stata raggiunta un’intesa importante», ha detto Getachew Reda (consigliere del presidente del Tigray, che ha anche firmato l’accordo di pace con il governo etiope a nome del Fronte popolare di liberazione del Tigray).

Altro gesto distensivo, da parte del governo centrale, è stato la visita a Macallè di una delegazione «di alto profilo» inviata primo ministro Abiy Ahmed, guidata dal presidente del Parlamento etiope Tagesse Chaffo a Macallè. La prima dall’inizio dei combattimenti nel novembre 2020. «Dopo l’arrivo a Macallè, la delegazione governativa e i leader tigrini hanno discusso una serie di questioni urgenti relative agli aiuti umanitari, ai servizi di base, al commercio e al ritiro delle forze eritree e amhara».

Il processo di pace, a quanto pare ben instradato, apprezzato dai contendenti locali e dalla comunità internazionale, sembra far storcere il naso al governo eritreo, accusato da funzionari tigrini «di tentare di ostacolare il processo di pace». Ricorda Zaurrini che, «nonostante l’accordo di pace del mese scorso firmato in Sudafrica, la presenza delle forze eritree nel Tigray è stata un ostacolo al disarmo delle forze del Tigray».

Intanto, è pronto il nuovo accordo di pace, sempre sotto la mediazione dell’ex presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, che fa anche parte del team di mediazione. «Hanno tutti concordato e accettato di dare pieno accesso al team di monitoraggio e verifica dell’Unione africana, così da avere uno sguardo completo a 360 gradi per garantire che tutti gli elementi degli accordi vengano effettivamente implementati», ha detto Kenyatta in conferenza stampa a Nairobi.

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