
Brasile, Acli: le destre estreme minacciano la democrazia nel mondo
Le violenze contro Parlamento, Palazzo Presidenziale e Corte Suprema del Brasile sono considerate dalle Acli «atti inaccettabili» contro la democrazia. L’esito elettorale, afferma l’organizzazione cattolica in una nota del 9 gennaio, deve essere strenuamente difeso. «L’assalto» a Brasilia «da parte di migliaia di sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro non è accettabile in una democrazia, dove il rispetto del risultato elettorale è alla base delle nostre libertà».
“Naturale” il parallelismo con quanto accaduto due anni fa a Washington: «anche in Brasile – dicono le Acli – si è vista una folla esaltata e ideologizzata trasformarsi in massa eversiva che cerca di ottenere con la violenza quello che non ha ottenuto con i voti. La differenza è che allora Trump cercò di impedire il passaggio dei poteri al Presidente eletto Biden aizzando i suoi sostenitori, salvo poi far finta di niente, di fronte alle violenze e agli omicidi; in questo caso, il giuramento del Presidente legittimo Lula è già avvenuto e l’ex presidente Bolsonaro è fuggito all’estero, anche per non fronteggiare le molte accuse politiche e penali che lo inseguono».
Le Acli estendono poi la riflessione fuori dal Brasile e dagli States: «La tendenza ormai prevalente della destra estrema è quella di considerare le istituzioni come una sorta di proprietà privata e di non dar valore al principio democratico se non quando vince. Sulla difesa della democrazia e delle sue istituzioni, deve esserci convergenza fra tutte le forze democratiche, senza ambiguità di sorta. Le scene a cui abbiamo assistito a Washington e a Brasilia sono un monito per tutti coloro che amano la libertà, affinché ricordino sempre che la democrazia non è data una volta per tutte e che bisogna sempre vigilare a sua difesa».
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