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Diseducazione armata: nasce l’“Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole”

Diseducazione armata: nasce l’“Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole”

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 25/03/2023

41410 ROMA-ADISTA. Se la scuola diventa sempre più un ambìto terreno di conquista delle Forze Armate, il mondo pacifista si organizza per difendere gli istituti scolastici dalla penetrazione dell’ideologia militarista fin dentro le aule. È questa l’intenzione che anima la creazione dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che è stato presentato a Montecitorio lo scorso 9 marzo, in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, fra gli altri, Rosa Siciliano (direttrice editoriale di Mosaico di Pace, mensile promosso da Pax Christi) e Antonio Mazzeo, docente e pacifista (nonché collaboratore di Adista), che diversi anni fa venne sanzionato dalla propria dirigente scolastica per aver rifiutato di partecipare ad una parata musicale-militare della Brigata Meccanizzata “Aosta” all’interno del cortile della scuola, v. Adista Notizie nn. 21 e 33/18).

Contro l’ideolgia bellicista a scuola

«Di fronte al costante incremento delle spese militari e della circolazione di armi in un contesto internazionale nel quale la guerra nucleare si profila purtroppo come possibile nefasto orizzonte, ci prefiggiamo da oggi una decisa e costante attività di denuncia di quel processo di militarizzazione delle nostre istituzioni scolastiche già in atto da molto, troppo tempo», spiegano i promotori dell’Osservatorio. «Le scuole stanno sempre più diventando terreno di conquista di un’ideologia bellicista e di controllo securitario che si fa spazio attraverso l'intervento diretto delle forze armate, in particolare italiane e statunitensi, declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all'estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che pertengono alla società civile».

Una «invasione di campo» che vede come protagonisti militari in qualità di docenti che tengono lezioni su vari argomenti: dall’inglese affidato a personale Nato a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione. E che coinvolge anche i Pcto (ex alternanza scuola-lavoro) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme e tirocini in aziende armiere. Tutto, ovviamente, con la benedizione del Ministero dell’Istruzione e degli uffici scolastici regionali, tramite protocolli di intesa con le Forze Armate (v. notizia sucessiva). «Riteniamo molto grave che tali attività vengano presentate mascherando quella che è la vera natura della forza militare, nel tentativo di creare consenso attraverso un utilizzo improprio e fuorviante di valori quali “coraggio”, “orgoglio” e “forza” o di idee astratte quali “difesa della patria” e “missioni di pace”», spiegano i promotori dell’Osservatorio che ha già raccolto decine di adesioni (fra gli altri il presidente di Pax Christi e vescovo di Altamura Giovanni Ricchiuti e il coordinatore nazionale di Pax Christi Norberto Julini, il comboniano p. Alex Zanotelli e il gesuita p. Felice Scalia) e di disponibilità a collaborare da parte di molti docenti.

Scuola e guerra non sono compatibili

«Il ruolo che la scuola riveste non è in alcun modo compatibile con l'ideologia brutale che sta alla base di ogni guerra: questo processo di militarizzazione promuove pratiche antitetiche a qualsiasi effettivo e sano processo educativo», conclude il documento fondativo dell’Osservatorio. «Smilitarizzare le scuole» – che è peraltro il nome di una vecchia campagna di Pax Christi (v. Adista Segni Nuovi n. 19/13 e Adista Notizie n. 36/20) – sigfnifica «rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l'irrazionale paura di un “nemico” (interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. Smilitarizzare la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana».

Aderire e partecipare alla mobilitazione

La proposta è di aderire all’appello (email: osservatorionomili@gmail.com) e di «farsi parte attiva nella denuncia che porteremo avanti, territorio per territorio, di ogni intervento nelle scuole da parte delle forze militari e di sicurezza e di ogni uso improprio delle strutture scolastiche, per estromettere la cultura della guerra dal mondo della scuola». 

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