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"Viandanti": quel «cristianesimo senza Vangelo» che piace alle destre populiste

Italia, Ungheria, Russia, Brasile bolsonarista e Stati Uniti trumpiani: si diffonde nel mondo un “cristianesimo tossico”, scrive il teologo-biblista Giuseppe Florio sul sito dei Viandanti, funzionale ad alcune culture politiche sovraniste, che però non hanno nulla a che fare con il Vangelo.

Florio ricorda Matteo Salvini che agitava il vangelo in campagna elettorale (il 24 febbraio 2018), l’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana che citava il Catechismo (il 23 febbraio 2019), l’onorevole Lucio Malan che citava il Levitico per condannare l’«abominio» dell’omosessualità (27 novembre 2022). E commenta: «Chi sa cosa c’è scritto in quel “libretto” – commenta – non farebbe mai una cosa simile. Una vera farsa, inaccettabile».

C’è poi chi ha fatto di peggio: come Vladimir Putin quando in uno stadio di Mosca «ha avuto la sfacciataggine di citare un versetto del vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,13). E queste parole le ha applicate ai soldati russi che combattono in Ucraina! È stata una ‘omelia’ incredibile. Ho letto con attenzione alcuni discorsi del patriarca Kirill di Mosca sulla guerra in Ucraina. C’è di che restare senza parole».

«Non sono pochi i Paesi nei quali un certo populismo di destra sfrutta l’elemento religioso come il vero cemento culturale, come base identitaria della comunità nazionale. Vediamo il ritorno di una visione della religione formalista e culturalista, come fenomeno identitario e magari escludente. Anche sul piano politico vince e si afferma un semplicismo preoccupante nella realtà molto complessa del nostro mondo globalizzato».

Continua a leggere la riflessione di Giuseppe Florio sul sito dei Viandanti

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