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Luca Attanasio come Giulio Regeni: quel patriottismo sbandierato, ma sacrificabile sull’altare del business

Luca Attanasio come Giulio Regeni: quel patriottismo sbandierato, ma sacrificabile sull’altare del business

Tonino Perna, sul manifesto del 5 luglio, parla di «patriottismo all’amatriciana del governo Meloni» – folklore nazionalista senza efficacia – riferendosi al caso insoluto dell’omicidio, il 22 febbraio 2021 nell’Est del Congo, dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e dell'autista locale Mustapha Milambo, autista del World Food Programme (WFP o PAM). A oltre due anni dall’agguato, la giustizia congolese ha fornito in pasto alla stampa e all’opinione pubblica alcuni uomini, considerati esecutori materiali dell’omicidio, per molti solo capri espiatori, condannandoli a morte e convertendo in seguito la pena in ergastolo dopo la pressione esercitata dallo Stato italiano e della moglie di Attanasio, Zakia, che da sempre chiede giustizia e non vendetta (v. Adista).

In Italia, invece, il processo contro due funzionari del WFP, accusati di “omesse cautele” e testimoni oculari del fatto, è in stallo a causa dell’immunità richiesta per loro proprio dal WFP.

«Si tratta di un processo complesso, che coinvolge il nostro Paese e il PAM», spiega Perna, «una istituzione internazionale che gestisce gli aiuti alimentari nei Paesi più impoveriti della terra, ed è stata più volte accusata di essere infiltrata da organizzazioni criminali, che si impadroniscono di questi beni per poi rivenderli nei mercati delle città africane».

L’autore dell’articolo racconta anche che, prima della seconda udienza preliminare, l’Associazione Amici di Luca Attanasio (ALA) ha invitato la Presidenza della Repubblica e la Presidenza del Consiglio a costituirsi parte civile, per «non lasciare sola la Procura di Roma» e per offrire «un segno dell’importanza di questo processo per la cittadinanza intera». L’appello è caduto nel vuoto «e la terza udienza preliminare, che si terrà il 7 Luglio, rappresenta probabilmente l’ultima opportunità perché il nostro Paese si impegni nel processo volto a stabilire le responsabilità per il triplice omicidio». l’ALA prosegue la sua mobilitazione per chiedere un impegno più serio da parte delle massime cariche dello Stato, anche con una manifestazione a Roma, sotto il tribunale, il 7 luglio.

«Il fatto scandaloso – accusa Perna – è che questo governo che sul patriottismo ha posto le sue fondamenta, non senta il dovere di costituirsi parte civile in un processo di questa portata, anche per difendere l’onore del nostro Paese e la memoria di un ambasciatore italiano». «Come nel caso di Giulio Regeni, anche in questo il business delle armi e del petrolio cancella ogni richiesta di giustizia e di verità. Pochissimi Paesi industrializzati svendono in questo modo la ricerca della verità per un loro connazionale. Ancora più grave, anzi vergognoso, che il governo della Patriota ignori questo atto dovuto tanto da far pensare che siamo di fronte ad una nuova forma di patriottismo: all’amatriciana. Come è stato autorevolmente detto: uno Stato che non difende i suoi Servitori è uno Stato senza dignità».

Foto di Nicola Zanarini tratta da Wikipedia. Immagine originale e licenza

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