Nessun articolo nel carrello

Era già tutto scritto 40 anni fa

Era già tutto scritto 40 anni fa

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 16/09/2023

Nella stazione di Brandizzo hanno dovuto coprire di calce i rimasugli umani che in nessun modo, dispersi sulle pietre della massicciata, sui binari, sulle pensiline, si sarebbero potuti pietosamente raccogliere. Poltiglia umana, da bruciare sul posto.

L'inchiesta della magistratura e le voci raccolte dai cronisti ci hanno già spiegato come sono andate le cose: quattro secondi per capire che non c'era scampo e subito il macello orribile e indicibile. Come quando un drone colpisce in Ucraina. Strage di vite e sfracello di corpi perché i lavori erano cominciati prima che gli operai potessero operare in totale sicurezza. Adesso, conclusi indagini e accertamenti, andranno alla sbarra i responsabili di tanta sciagura, esecutori dolosi del delitto.

Ma i mandanti? Per trovarli bisogna necessariamente capire perchè tutto questo è potuto accadere. Ed è accaduto, semplicemente, perché non si voleva rischiare un ritardo nell'esecuzione dei lavori che avrebbe comportato il pagamento di una penale.

Chi avrebbe pagato la penale? La ditta appaltatrice, che lavora in concorrenza con altre ditte e non vuole perdere gli appalti di RFI; che deve aver vinto anche questo bando perché ha praticato prezzi più bassi.

Ma quando ha cominciato a dilagare il sistema degli appalti e dei subappalti? Quattro decenni fa, per limitare il potere dei sindacati che secondo i detentori del capitale industriale era cresciuto troppo e rendeva, a suo dire, "ingovernabili" le aziende.

La data di inizio di tutto questo? La "marcia dei quarantamila" (dirigenti, tecnici di alto livello, impiegati) del 14 ottobre 1980, ideata da Romiti (il cattolicissimo Romiti), amministratore della Fiat dell'Avvocato. Una dimostrazione di massa contro lo "strapotere del sindacato" che pretendeva di discutere obiettivi, ritmi, modalità della produzione in Fiat.

Proprio nel 1980 la Confindustria presieduta da Merloni, il patron della Indesit elettrodomestici, divulgó la nuova parola d'ordine dell'imprenditoria italiana: esternalizzare il più possibile. Lo scopo era quello di ridurre il numero e dunque il peso sindacale dei dipendenti diretti dell'azienda, che doveva mantenere solo il core business e acquistare da fuori (dai prestatori d'opera operanti in aziende più piccole) la maggior quantità possibile di servizi: non solo la produzione, ma perfino la progettazione.

Così questi appaltatori in concorrenza fra loro e sempre ricattabili, pena la perdita dell'appalto, si sarebbero accollati anche i costi dei beni strumentali indispensabili alla produzione. Alle grandi società in via di progressivo dimagrimento sarebbero rimasti la gestione finanziaria, i segreti industriali, la proprietà dei marchi e la produzione seriale robotica, mentre il sindacato avrebbe contato sempre meno.

Sono quarant'anni che va avanti così. Si è cominciato nel privato, ma anche il pubblico ha progressivamente accettato (per “razionalità economica”) la politica delle esternalizzazioni. Che è infine arrivata alla sanità e presto conquisterà la scuola.

Così i sindacati, cioè i lavoratori, sono stati messi in ginocchio, sempre più espulsi dalle aziende o ridotti a un ruolo simbolico.

La faccio breve: se i lavori di Brandizzo fossero stati eseguiti da dipendenti di RFI che interesse avrebbe avuto il caposquadra a violare le norme di sicurezza?

I rispettabilissimi (e innocenti!) mandanti della carneficina vanno dunque cercati indietro nel tempo, nella cultura del maxiprofitto che ha umiliato i lavoratori e le loro rappresentanze, soprattutto in quella volgare, reazionaria, fascista campagna di discredito del sindacato portata avanti dalla destra politica, dai suoi giornali e dalle sue tv. L'ideologia delle esternalizzazioni ha funzionato alla perfezione. Anche a Brandizzo.

Ah sinistra, sinistra! Ora ti accontenti del “salario orario minimo” e del “Reddito di Cittadinanza” e per decenni (andando dietro a Blair, quello – poi pentito – dell’invasione Usa-Uk dell’IRAQ che ha fatto 500mila morti) sei stata inconsapevolmente, remissivamente complice del depotenziamento delle organizzazioni dei lavoratori, ritrovandoti oggi con un'economia italiana fatta di appalti e subappalti in spietata concorrenza fra loro, dove ogni quattro assunzioni tre sono di lavoratori precari.

Gilberto Squizzato regista televisivo, saggista, da anni teorico di una fede “laica” e oltre le religioni. Tra l’altro, ha pubblicato “Il miracolo superfluo. Il Dio che non è ‘Dio’” e “Se il cielo adesso è vuoto. È possibile credere in Gesù nell'età post-religiosa?” 

 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.