
"Fermare la guerra. Costruire la pace". Un evento della Fondazione PerugiAssisi
Prendono il via le attività della neonata “Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace” con un evento che si terrà il 15 settembre prossimo, ore 10-19.30, presso l’Auditorium Costerbosa di Pellegrino Parmense (Parma). Il convegno – dal titolo: “Fermare la guerra. Costruire la pace. Seminario di riflessione e proposta alla scuola di Antonio Papisca” – si compone di due sessioni, mattina e pomeriggio: “Idee per fermare la guerra” e “Idee per costruire la pace”.
L’evento è promosso dal Comune di Pellegrino Parmense, dalla Fondazione PerugiAssisi per la cultura della Pace, dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” e Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova, dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e dalla Tavola della pace nell’ambito della “Festa della Pace 2023", promossa in collaborazione con: Comune di Parma, Università di Parma, Tavola della Pace, Casa della Pace di Parma, Rete delle scuole di Pace di Parma, Banca Etica, Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Forum Solidarietà Csv, Rete delle Università Italiane per la Pace, Sbilanciamoci, Betania, Ciac - Centro immigrazione asilo e cooperazione.
Tutte le info sul Seminario presso la Fondazione PerugiAssisi per la cultura della Pace: via della viola 1 (06122) Perugia – tel. 075/5737266 – 335.6590356 – fax 075/5721234 – email: adesioni@perlapace.it – web: www.perlapace.it.
«L’impegno contro la guerra deve sempre essere accompagnato dalla volontà di costruire la pace. Non una pace qualsiasi. Non più la pace “negativa”, miseramente ridotta al contrario della guerra. Ma la pace “positiva”, fondata, come scrisse 60 anni fa San Giovanni XXIII, sulla verità, sulla giustizia, sulla carità e sulla libertà ovvero sul riconoscimento del primato universale dei diritti umani.
Siamo entrati nel tempo in cui la natura ci sta facendo pagare il conto di tutti gli abusi che le abbiamo inferto, la guerra e la corsa al riarmo ci stanno impoverendo, la bomba dell’economia dell’ingiustizia e dello sfruttamento sta facendo esplodere le disuguaglianze, centinaia di milioni di persone sono costrette a fuggire dalla miseria e dalla guerra, l’intelligenza artificiale sta aprendo prospettive manipolatorie da incubo.
Per affrontare tutte queste grandi sfide abbiamo bisogno di formare “un nuovo movimento di pace”. Un movimento fatto di persone che non si stancano mai di chiedere e invocare la pace, ma che, allo stesso tempo, s’impegnano a “farla”. Fare la pace vuol dire espellere la violenza dalle relazioni con gli altri e sviluppare la nostra capacità di cura reciproca per costruire una società e una economia della fraternità».
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