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Il Parlamento greco approva il matrimonio egualitario. Una lezione per l'Italia?

Il Parlamento greco approva il matrimonio egualitario. Una lezione per l'Italia?

«Non possiamo che essere felici per le coppie greche di gay e lesbiche che da oggi accedono allo stesso matrimonio delle coppie eterosessuali. Un miraggio, purtroppo, per chi vive in Italia»: così Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, commenta il voto del Parlamento greco che oggi (15 febbraio, ndr) ha approvato a larga maggioranza la legge che riforma il diritto di famiglia e istituisce il matrimonio egualitario. «Il punto resta lo stesso: l'Italia è in coda rispetto a tutti gli altri Paesi europei in tema di diritti civili. Ma non è solo questo: per l'ennesima volta vediamo Paesi governati da maggioranze di centrodestra avviare e concludere in poco tempo iter parlamentari ispirati da un unico principio: l'uguaglianza. Si chiama pensiero liberale e in Italia pare essere del tutto estinto dal paradigma parlamentare, sostituito da una destra in cui spiccano neofascisti, integralisti cattolici e pistoleri. Ma se il voto del Parlamento greco è una cartina al tornasole che evidenzia il disastro della destra italiana, non va meglio alla sinistra: al di là del risultato finale, infatti, la Grecia ci dà lezioni anche su come si conducono gli iter parlamentari sui diritti delle cosiddette minoranze: rapidamente, senza lasciare il Paese a mollo per mesi in un dibattito violento e dilaniante, che ha come unico effetto quello di aprire una trattativa su questioni - i diritti - su cui non si dovrebbe mai trattare. Oggi le persone lgbtqi+ italiane sono nel limbo di quei compromessi, sospese nella "non uguaglianza", coi  certificati di nascita dei figli  impugnati qua e là. In Italia siamo ancora nel guado in cui diversi anni fa siamo stati lasciati», conclude Piazzoni.

*Emiciclo del Parlamento greco. Foto di ΠΑΣΟΚ, tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

 

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