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No al «dialogo velleitario» con i Sette Grandi. Militanti pacifisti scrivono al C7

No al «dialogo velleitario» con i Sette Grandi. Militanti pacifisti scrivono al C7

ROMA-ADISTA. «Con preoccupazione e rammarico, ci rivolgiamo al coordinamento di associazioni C7, che si propone di rappresentare la società civile al G7». Inizia così la lettera aperta che alcuni militanti dell'associazionismo e del mondo pacifista laico e cattolico (Domenico Gallo, Carlo Gubitosa, Francesco Iannuzzelli, Alessandro Marescotti, Elio Pagani, Peppe Sini e p. Alex Zanotelli) hanno indirizzato al cosiddetto C7, una rete di ong che "dialoga" con il G7 e che vorrebbe rappresentare la voce della "società civile globale".

«Riteniamo che questo coordinamento non riesca ad essere rappresentativo dell'impegno e delle idee della società civile che lotta per la pace e i diritti globali si legge nella lettera -. Riteniamo che la sua pretesa di rappresentanza dell'intero panorama del movimento ecopacifista e solidale di fronte al raduno delle grandi potenze mondiali rischi di produrre una involontaria delegittimazione di quelle realtà che vogliono invece criticare alla radice il G7 come centro del potere economico e militare occidentale.

Siamo fortemente perplessi nei confronti del testo elaborato da questo coordinamento e per l'impostazione superficiale con cui vengono trattate le tematiche della lotta alla guerra e del disarmo, omettendo il forte dissenso dei pacifisti contro l’invio di armi in Israele e Ucraina. La sua stesura è stata priva di un processo partecipativo aperto e trasparente, non rispecchia la molteplicità di voci e le diverse istanze che compongono la società civile. Il documento del C7 è volutamente non conflittuale con il G7 e infatti auspica un "dialogo costruttivo". Attendersi che, consegnando un documento "costruttivo", i G7 promuovano la pace e il disarmo è come raccomandare le pecore al lupo.

Con questa lettera vogliamo dare voce alla forte volontà popolare di contestazione radicale nonviolenta alle politiche di riarmo e di guerra, vogliamo contestare senza mezzi termini una escalation scellerata che spinge l’umanità verso l’ultima guerra mondiale: la guerra nucleare che a detta del “Bulletin of Atomic Scientists” non è mai stata così vicina, nemmeno negli anni della guerra fredda. Riteniamo che confidare in un “dialogo costruttivo” con il G7 sia un modo per depistare l'attenzione dalla pericolosa deriva militarista e bellicista di cui si fa promotore il G7, a cui va pertanto tolto ogni affidamento. Il G7 è la controparte, per di più pericolosa e foriera di guerra ancora peggiore, non il partner con cui dialogare. Il G7 è sostanzialmente la Nato allargata fino al Giappone in funzione anti-Cina. È da respingere l'idea che un gruppo di associazioni possa avere la capacità di rappresentare l'intera società civile. Riteniamo che la ricerca di un dialogo velleitario con il G7 possa mettere in ombra i movimenti di base che si battono per la pace e la giustizia, a cui guardano tanti giovani per trovare risposte alla loro rabbia. Solo attraverso un dialogo autentico e inclusivo si può fare emergere la ricchezza di idee della società civile pacifista e solidale».

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