
Mediterranea with Palestine: essere strumento della resistenza nonviolenta
ROMA-ADISTA. Ieri 20 giugno è iniziata la fase operativa del progetto “Mediterranea with Palestine”, grazie a cui Mediterranea Saving Humans interverrà sul campo a sostegno del movimento palestinese Youth of Sumud e Operazione Colomba con un’azione di interposizione nonviolenta e documentazione delle violenze compiute dalle forze di occupazione israeliane nei i territori occupati della Cigiordiania nella zona di Masafer Yatta (colline a sud di Al Khalil/Hebron) e in particolare nel villaggio di At-Tuwani.
«Accompagneremo la popolazione civile a svolgere alcune azioni che nei paesi europei sono normalissime, - raccontano Elisa Caneve e Damiano Censi coordinatori del progetto Mediterranea with Palestine e da poco tornati da una missione esplorativa sul campo - come portare il gregge al pascolo, andare a scuola, spostarsi tra i villaggi, ma che in Palestina rappresentano un rischio per la vita per la popolazione civile, assediata dai coloni armati con la complicità dell’esercito.
Continuare ad esistere in questi territori significa resistere, continuare a vivere, significa sconfiggere veramente una politica coloniale che negli anni ha letteralmente cancellato interi villaggi, costringendo la popolazione all’esodo, lasciandoli ostaggi e vittime di una macchina della guerra fatta di sangue e morte con l’obiettivo di pervenire ad una lenta pulizia etnica».
Secondo i rapporti dell'OCHA (Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari), nei territori occupati della Cisgiordania dall'inizio del 2023 ad oggi, si sono verificati oltre 4.500 incidenti, tra cui demolizioni di abitazioni, confische di terre, violenze, furti e danneggiamenti. Questi attacchi hanno causato gravi violazioni dei diritti umani e hanno reso sempre più difficile la vita quotidiana per molte comunità palestinesi, costrette sempre più frequentemente, direttamente o di fatto, ad abbandonare la propria terra e la propria casa.
Se nella Striscia di Gaza questo proposito si concretizza in azioni genocide (bombardare, attaccare e far morire di fame la popolazione civile, colpire i convogli e il personale umanitario, giustiziare a sangue freddo persone innocenti e disarmate), la politica dello Stato di Israele si esprime in Cisgiordania come regime di permanente discriminazione e una lenta e costante pulizia etnica, che il 7 ottobre ha solamente accelerato, esasperando le dinamiche di oppressione che le forze di occupazione attuano da decenni nei confronti della popolazione palestinese.
«Con la nostra presenza ad At-Tuwani -conclude Laura Marmorale, presidente di MEDITERRANEA Saving Humans- proveremo a ricordare ancora una volta a tuttə, nel nostro piccolo, che libertà di movimento e diritti fondamentali di ogni persona umana devono essere universali, altrimenti non sono diritti ma privilegi, e che il loro rispetto precede e va oltre ogni norma imposta dai singoli Stati».
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