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Il Sinodo valdese si interroga sull'autonomia differenziata: a rischio la giustizia sociale

Il Sinodo valdese si interroga sull'autonomia differenziata: a rischio la giustizia sociale

TORRE PELLICE (TO)-ADISTA. I rischi dell’Autonomia differenziata sul piano della giustizia sociale, con un potenziale incremento delle disparità già esistenti, dei costi per lo Stato e dell’apparato burocratico per la cittadinanza e per le Regioni. È stato il tema centrale della serata pubblica che si è svolta ieri durante il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi. Nel tempio di Torre Pellice si sono avvicendati sul tema dell’Autonomia Differenziata la moderatora della Tavola valdese Alessandra Trotta, Andrea Giorgis (senatore e professore ordinario di Diritto costituzionale) e in collegamento video Rosy Bindi, ex parlamentare ed ex ministra, presidente onorario di “Salute Diritto Fondamentale”.

«L’Italia ha bisogno di unità non formale, ma sostanziale, così come sancito dalla Costituzione. È un furto di democrazia. Se vogliamo prendere una metafora biblica, pensando alla tunica di Gesù tirata a sorte, qui la tunica la stanno facendo a pezzi» ha detto Bindi, sottolineando l’importanza di un coinvolgimento di tutta la cittadinanza nell’impegno referendario per l’abrogazione. «Se dovessimo arrivare ad avere sistemi di istruzione con programmi di reclutamento del personale docente differenti da una Regione all’altra, verrebbe meno quello che è uno degli aspetti fondamentali e fondanti dell’unità nazionale, l’istruzione e la cultura», ha aggiunto Giorgis. «La democrazia non è mai dittatura della maggioranza” ha fatto eco Trotta, facendo l’esempio della regolamentazione urbanistica e del rischio di creare un vulnus ai diritti di libertà religiosa individuale. La conoscenza, ha concluso la moderatora della Tavola valdese, è “fondamentale per fare scelte consapevoli e responsabili».

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