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Salvini ordina alla Mare Jonio di non soccorrere. Casarini: «Si mettano il cuore in pace, torneremo presto in mare»

Salvini ordina alla Mare Jonio di non soccorrere. Casarini: «Si mettano il cuore in pace, torneremo presto in mare»

ROMA-ADISTA. Ieri, a bordo della "Mare Jonio", unica nave del soccorso civile battente bandiera italiana, si sono svolte tre visite programmate per rinnovare le certificazioni della nave di Mediterranea Saving Humans. A queste si è aggiunta una quarta ispezione qualificata come “occasionale.” Cioè un’ispezione straordinaria, non dovuta né giustificata, che è stata effettuata dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto su ordine del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che fa capo al ministro Matteo Salvini. Dopo 10 ore e mezza di ispezione, denunciano da Mediettarnea, «ci è stato intimato “lo sbarco immediato di tutti gli equipaggiamenti correlati all’attività di salvataggio rizzati in coperta, pena la decadenza del certificato d’Idoneità”, ossia ci ordinano di sbarcare gommoni rescue, infermeria, container, bagni chimici e docce destinati all’assistenza alle persone soccorse in mare. Intanto la nave non è autorizzata a salpare e, se non provvederemo allo sbarco dell’equipaggiamento di soccorso, ci sarà definitivamente ritirato il certificato necessario a navigare».

Mediterranea ha fatto il punto della situazione in una conferenza stampa tenuta a bordo della "Mare Jonio": «Per la prima volta nella storia - commenta Luca Casarini, capomissione collegato dal ponte di comando - a una nave viene ordinato di privarsi dei mezzi di soccorso, invece di incrementarne la dotazione. Se non obbediamo, ci toglieranno la possibilità di navigare. Si tratta di un provvedimento illegittimo poiché, come stabilito dal diritto marittimo internazionale e nazionale, il soccorso in mare è un obbligo, non solo per le navi di salvataggio, ma per qualsiasi imbarcazione che abbia notizia di vite in pericolo in mare».

«Dietro questo provvedimento - spiega Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans - c’è un disegno di criminalizzazione delle persone in movimento e della solidarietà. Per questo, quando accadrà il prossimo naufragio, non staremo in silenzio di fronte alle sceneggiate di ministri e capi di governo che si strapperanno i capelli, pronunciando ipocritamente l’ennesimo ‘mai più’. Non ci fermeranno, continueremo a combattere perché sia davvero "mai più"».

«Ci fa pensare - continua Casarini - che questa ispezione occasionale avvenga nel bel mezzo del processo a Salvini per il caso Open Arms. Essendo "occasionalmente" una delle parti civili in giudizio, abbiamo già provveduto a segnalare questa strana coincidenza ai nostri legali, in modo che anche il Tribunale di Palermo ne sia informato».

«Siamo partiti in missione per la prima volta - racconta Alessandro Metz, armatore sociale della Mare Jonio - il 3 ottobre 2018, quando il Governo si vantava e applicava la politica dei "porti chiusi" e si scagliava contro i "taxi del mare". In sei anni hanno cercato di fermarci con inchieste penali, provvedimenti amministrativi e tanti altri modi, ma noi continueremo a soccorrere, a essere là dove bisogna stare finché le persone non potranno raggiungere l’Europa attraverso canali sicuri e legali»

Il capomissione Casarini chiude, rivolgendosi direttamente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: «Salvini si metta il cuore in pace, dalla notte dei tempi c’è sempre stato qualcuno che soccorre le persone in pericolo in mare e sempre ci sarà. Perché questa è la legge del mare, la legge dell’umanità. Per questo noi torneremo presto in mare»

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