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In Palestina torna la malnutrizione: la denuncia di Azione Contro la Fame

In Palestina torna la malnutrizione: la denuncia di Azione Contro la Fame

In una nota stampa diramata ieri, Azione Contro la Fame (ACS) – organizzazione umanitaria impegnata a garantire a ogni persona nel mondo il diritto a una vita libera dalla fame – torna a denunciare la grave crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, che vive da un anno sotto le bombe israeliane. In particolare ACS accende i riflettori su una «nuova emergenza, impensabile fino a un anno fa»: si tratta della malnutrizione infantile, che sta mietendo vittime e che mette in serio pericolo «tutti i bambini» di Gaza. «L'approssimarsi dell'inverno e la crescente crisi di malnutrizione pongono milioni di persone in una situazione di grave emergenza. Circa la metà della popolazione di Gaza, 1.1 milioni di individui, vive attualmente in condizioni di insicurezza alimentare, con la malnutrizione che torna a colpire in modo preoccupante».

Secondo ACS, prima del conflitto, la malnutrizione a Gaza praticamente non esisteva, ma oggi è diventata un problema preoccupante, esacerbato dalle difficoltà ad accedere a cibo, acqua potabile e pulita, servizi igienico-sanitari, condizioni abitative precarie, articoli per l’igiene, ecc. Particolarmente colpiti sono i bambini sotto i cinque anni: «Quasi il 90% dei casi di malnutrizione (acuta, grave e moderata) è stato riscontrato in bambini di età inferiore ai due anni, i più vulnerabili, nati subito prima o durante la guerra. Purtroppo, almeno 34 bambini sono già morti a causa della malnutrizione (dato di giugno 2024), della fame e della disidratazione, e il numero reale potrebbe essere significativamente più alto».

Secondo Cristina Izquierdo, coordinatrice nutrizionale del team di emergenza di ACS, «un anno fa non avremmo mai immaginato di dover misurare la circonferenza del braccio dei bambini per identificare il rischio di malnutrizione. Oggi, tutti i bambini di Gaza sono a rischio».

Dal 7 ottobre 2023 tutto è cambiato: a causa dei bombardamenti delle Forze israeliane e degli sfollamenti forzati la produzione alimentare si è fermata e i contadini hanno abbandonato le terre, tra l’altro per il 75% distrutte; a causa del blocco imposto da Israele sono molti pochi i prodotti che entrano nella Striscia. «il cibo è sempre più scarso e quel poco che è disponibile è estremamente costoso». Tutto questo espone la popolazione ad un rischio crescente di cadere nella fame e nella malnutrizione.

E se la situazione è disperata nella Striscia di Gaza, non si può dire che le cose vadano meglio in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, che «stanno vivendo un’escalation di violenze e restrizioni senza precedenti. Le incursioni militari, la violenza dei coloni e il trasferimento forzato delle popolazioni sono aumentati in modo drammatico negli ultimi 12 mesi. Le squadre di Azione contro la Fame riportano condizioni mai viste prima, con demolizioni di infrastrutture essenziali come strade, reti idriche e fognarie. La situazione richiede un intervento deciso e immediato».

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