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CDC: a Bologna una «provocazione politica» creata ad arte

CDC: a Bologna una «provocazione politica» creata ad arte

Anche il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC) di Bologna e il CDC Nazionale commentano gli scontri di Bologna e la polemica politica che da questi è scaturita.

La certezza da cui parte la nota diramata ieri dal CDC è che «l'autorizzazione alla manifestazione di CasaPound a Bologna non è una scelta casuale», dopo che il Comitato cittadino per l’ordine e la sicurezza aveva «indicato una sede fuori dal centro città».

E così la «provocazione politica», che si intendeva dunque evitare non con la proibizione ma con lo spostamento della manifestazione nera, ha invece avuto luogo a due passi dalla stessa stazione che è stata teatro della strage fascista del 1980, «creando ad arte un conflitto per suscitare reazioni, provocare la repressione successiva e giustificare gli attacchi degli avversari politici a pochi giorni dal voto per le elezioni regionali».

Ricorda il CDC che «Casapound non solo è dichiaratamente fascista, in contrasto con la nostra Costituzione, ma occupa indisturbata un edificio pubblico a Roma da decenni e rifiuta di lasciarlo, mentre il Ministero degli Interni non fa nulla per liberarlo». Nel frattempo il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini «si è esibito in uno dei suoi attacchi più sguaiati e il Presidente del Senato La Russa, dimentico dei legami mai troncati dalla destra al governo con Casapound e altre organizzazioni, a sua volta si esibisce in un attacco alle sinistre senza alcun fondamento».

Dalla strada ai palazzi, il passo è breve. «Nelle posizioni della destra oggi al potere c'è la manipolazione dei fatti, la vocazione al complottismo e l'uso a fini di parte del potere statale. Parte importante di questa maggioranza non vuole dichiararsi antifascista e non perde occasione per attaccare la democrazia e la Costituzione, nate dalla Resistenza». Pertanto, invita il CDC, «occorre vigilanza e sostegno alle istituzioni democratiche, in primo luogo al sindaco Lepore che sta difendendo con onore il prestigio di Bologna, medaglia d’oro della Resistenza».

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