Nessun articolo nel carrello

Pubblicato il primo volume della “teologia popolare” di José María Castillo

Pubblicato il primo volume della “teologia popolare” di José María Castillo

Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 23/11/2024

42045 ROMA-ADISTA. La Buona Notizia di Gesù (il Pozzo di Giacobbe, 2024, pp. 128, €15; il libro può essere acquistato anche presso Adista: tel. 06/6868692, abbonamenti@adista.it, www.adista.it) è il primo di una serie di “quaderni di teologia popolare” redatti da José María Castillo, uno dei più importanti teologi del XX Secolo. Gesuita, allontanato dall’insegnamento e poi uscito dalla Compagnia di Gesù nel 2007 (dopo aver lottato oltre 25 anni contro censure e ostracismi da parte del Vaticano), negli anni ‘70 Castillo (che è morto a 94 anni nel 2023) si era avvicinato alla Comunità Cristiane di Base. In questo contesto nacquero i famosi “Cuadernos de teología popular”, che ebbero grande diffusione, grazie alla semplicità con cui spiegava argomenti teologici complessi rendendoli accessibili – semplici, ma non semplicistici – attraverso un approccio divulgativo e un linguaggio non specialistico.  Il libro appena pubblicato è il primo di questi quaderni (in tutto sono tre), circolati dapprima come dattiloscritti, poi rivisti e pubblicati dall’autore in Spagna tra il 2012 e 2013 e finalmente ora tradotti anche per il pubblico italiano. «In questa teologia Popolare aggiornata – scrive Castillo nella sua introduzione – non si è voluto solo e soprattutto usare un linguaggio alla portata di tutti. Più di questo, quello che ho inteso fare è stato di rendere più vicino alla gente e ai suoi problemi ciò che Gesù è venuto a insegnarci. L'esempio più evidente, in quest'ottica, lo vediamo nella vita stessa di Gesù. Stando a quanto raccontano i vangeli, Gesù ha usato il linguaggio del popolo, si è interessato ai problemi che affliggevano il popolo; tutti erano in grado di capirlo e lo seguivano moltitudini di persone semplici, che senza alcun dubbio lo comprendevano perfettamente ed erano interessate a quello che diceva, segno evidente che la teologia insegnata da Gesù era una teologia veramente popolare». Certo, chiarisce Castillo, «è chiaro che la teologia, per come la imparano coloro che si dedicano al suo studio, non è proprio popolare, perché il sapere religioso così come si insegna e si studia nei centri religiosi che vi si dedicano (seminari università, centri di studi ecclesiastici ecc.) è un sapere complicato, proprio di persone erudite e studiose. Per di più il modo di apprendimento e di insegnamento è abbastanza lontano da quello che la gente capisce, da quello che la gente sa e, soprattutto, da quello che alla gente interessa e da quello di cui la maggioranza della gente è in grado di rendersi conto». L’impegno è perciò quello di «presentare una teologia che risulti nel limite del possibile meno complicata e più intellegibile di molti di quei libri che parlano di queste cose. Pertanto, ciò che qui si tenta è di offrire quella che potremmo chiamare una “teologia narrativa”. In altri termini, una teologia che ha come centro e come stile non una serie di teorie e speculazioni, bensì un insieme di narrazioni o racconti presi dai vangeli», corredati da «alcune spiegazioni perché risultino comprensibili, perché si possa considerare l'attualità di detti raccolti e perché ci possano essere di utilità adesso, nei tempi che stiamo vivendo». «In definitiva quello che questo libro sta a significare per noi è che il cristianesimo, la Chiesa, la religione devono umanizzarsi, devono essere più umani, devono essere più vicini a tutti gli esseri umani, devono essere in sintonia con tutto ciò che è veramente umano. Perché, In definitiva, né più né meno è quello che Dio ha fatto in Gesù: si è umanizzato, cioè si è spogliato del suo rango, è diventato come uno dei tanti ed è vissuto nella condizione degli ultimi di questo mondo. gli schiavi di allora e di adesso. Cosa è rimasto a quel Dio? È rimasto quello che vediamo in Gesù, la sua viscerale umanità. questa bontà profondamente umana di cui abbiamo tanto bisogno e che fa tanto bene a tutti. Ecco il centro stesso del vangelo e, per questo, della teologia popolare».

Quale sia la “buona notizia” che giustifica il titolo del libro Castillo lo spiega in una delle sue lezioni-incontro, quando, parlando della presenza di Gesù in Galilea, ricorda «che la Galilea era la provincia dei braccianti e dei Pescatori. I proprietari terrieri e gli uomini d'affari vivevano nella provincia di Giuda, soprattutto nella capitale, Gerusalemme. Gesù, pertanto, è andato dove stavano i poveri, la gente sfruttata. E lì ha cominciato ad annunciare la “buona notizia”», ossia che «Dio regnerà nel mondo. In altre parole, che in questo mondo si farà non in quello che interessa al capitale, al potere, Ma quello che interessa a Dio. E l'unica cosa che interessa a Dio – modello di bontà di tutti i padri – è che ci rispettiamo, ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri. Pertanto, quando Gesù diceva che "la signorìa di Dio è vicina”, stava dando una buona notizia, perché questo significava che Dio stabiliva la giustizia nel mondo. Questa giustizia consiste nel fatto che Dio difenderà i poveri e gli uomini; si metterà dalla parte di coloro che non possono difendersi da soli, perché questo era per “fare giustizia" secondo la tradizione dell'Antico Oriente. In seguito col passare del tempo, prima il diritto romano e poi il potere degli impegni europei, hanno fatto sì che “fare giustizia" significasse, In pratica, “difendere la proprietà”. il che, visto come va la vita, e difendere coloro che hanno il potere politico ed economico». 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.