Don Bosco 2000: la pace «è il diritto di un bambino di non morire di freddo»
Una tregua rimasta solo sulla carta, un rinnovato disinteresse globale, condizioni climatiche avverse, fame e freddo: «A Gaza non si muore più solo per le armi, ma di freddo, di fango e di abbandono», con «il meteo si accanisce su chi non ha più nulla». È la denuncia dell’Associazione “Don Bosco 2000” di Piazza Armerina (EN), in una nota odierna.
«Le immagini delle tende strappate dal vento, dei bambini che dormono per strada perché l'unico riparo è volato via», incalza l’Associazione, «ci dicono che l’umanità è arrivata al punto di rottura. Solo a dicembre, quindici persone, tra cui diversi neonati, sono morte per il gelo. È un dolore che non può lasciarci indifferenti».
La Don Bosco 2000 ha portato in strada a Piazza Armerina oltre duemila persone lo scorso 29 settembre, in una manifestazione per la pace a Gaza. Al termine di quell’iniziativa, gli organizzatori avevano inviato all’Ambasciata d’Israele una lettera «per chiedere pace e protezione per i civili». Ma quella lettera non è stata accolta ed «è tornata indietro, respinta, ma il nostro impegno non si è fermato a quel rifiuto».
«Oggi la popolazione è oltre il limite della resistenza», denuncia il presidente dell’Associazione Agostino Sella. «Le famiglie sono costrette a scappare, spostandosi da una maceria all'altra. Vedere padri e madri che cercano di fermare il vento con le mani per proteggere i figli feriti è un’immagine che deve tormentare la coscienza del mondo. La politica internazionale sta discutendo il futuro di Gaza, ma Gaza sta morendo adesso, nel fango delle strade».
La nota della Don Bosco 2000 si chiude con un appello del presidente: «Non permettiamo che il silenzio cada su questa tragedia. La pace non è un tavolo tecnico, è il diritto di un bambino di non morire di freddo sotto una tenda squarciata».
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